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Piano spiagge: critiche da Base Balneare e dal Pd

Il sindacato dei balneari denominato “Base Balneare” avanza una serie di osservazioni sul piano di utilizzo spiagge approvato dal Comune di Ragusa. Ecco il documento: “I sottoscritti Paolo Battiato e Antonello Firullo, nella rispettiva qualità di Responsabile Regionale e Responsabile Provincia di Ragusa di Base Balneare, avendo appreso la notizia dell’approvazione in Giunta Comunale di Ragusa del PUDM per quel Comune, ritengono utile rassegnare una serie di osservazioni al fine di generare un processo positivo che possa portare al miglioramento complessivo dell’impianto del PUDM e in generale ad eliminare una serie di scelte che non si ritengono utili allo sviluppo del turismo balneare in Sicilia.

Preliminarmente si rappresenta il totale disappunto della nostra Associazione di Categoria per la mancata convocazione degli stakeholders ed in generale delle categorie interessate al mondo balneare per condividere in sinergia lo strumento fondamentale per regolamentare e rilanciare le attività da sviluppare su demanio marittimo regionale nella costa ragusana in particolare.

Fatta la superiore premessa, è utile ricordare che una nuova e recentissima norma regionale, già peraltro pubblicata in GURS, consente il rilancio di nuove concessioni anche se non inserite nel PUDM.

Si sottolinea inoltre come il Piano debba essere approvato in primis dal Consiglio Comunale, ma successivamente e soprattutto dall’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente, cosa che ancora non è avvenuta, ed in ultimo è prodromico considerare come esista un ricorso al TAR di Catania, tutt’ora in essere, avanzato da diversi cittadini e pertanto non essendo stato preso in considerazione tale ricorso nel PUDM, lo stesso rimane operativo e permette ulteriore impugnativa del PUDM stesso.

Ci sembra veramente strano che la attuale amministrazione comunale abbia scelto la strada di non coinvolgere i cittadini nelle scelte di pianificazione territoriale, e non abbia creato un percorso condiviso sul PUDM, mancando però è d’uopo ricordarlo, un aspetto fondamentale del PUDM stesso.

Alla luce di quanto sopra, si invita gli estensori del PUDM a voler riprendere un percorso virtuoso di condivisione per rendere il Piano un vero strumento accettato e condiviso dai cittadini e dagli operatori del settore”.

Critiche arrivano anche dal Partito Democratico tramite il consigliere Mario D’Asta: “Un Piano spiagge monco. Il Piano spiagge è un atto che doveva essere concertato con le associazioni di categoria, con un pezzo di città che non ha avuto ascolto e che, pertanto, per forza di cose non può essere presentato come un buon atto.

Una necessità, quella del Piano spiagge, di cui il sottoscritto si è fatto carico presentando una interrogazione consiliare in cui è stata sollecitata l’opportunità di dotare la città di un Piano spiagge con le tutte le sue utilità. In ogni caso, in barba a qualsiasi prassi istituzionale, la maggioranza che sostiene l’amministrazione Cassì sta cercando di saltare le tappe della buona politica con il rischio di mandare in fumo tutto quello che sta attorno”.

E’ il consigliere comunale Mario D’Asta a mettere in luce la necessità di rivedere qualcosa nell’azione portata avanti dalla Giunta in seno al Consiglio comunale.

“Per il Pudm prima un ritardo clamoroso nella elaborazione dell’atto – sottolinea D’Asta – poi si è inteso battere ogni record di velocità per portarlo in consiglio dimenticandosi di concertare lo strumento di pianificazione con la base, vale a dire con la comunità cittadina, oltre che con le associazioni di riferimento. Anche in questo caso l’amministrazione comunale non ha inteso opportuno, e non se ne capiscono le ragioni, procedere con un iter che garantisse la possibilità di ascolto di una pluralità di voci, annullando, quindi, ogni ipotesi di confronto e di concertazione.

Tra l’altro, mi pare opportuno ricordare come, anche in seguito di un atto ispettivo presentato in aula dal sottoscritto, si è inteso verificare come stavano le cose sul Pudm e procedere di conseguenza. Si sentiva la necessità di regolarizzare l’organizzazione della fascia costiera, nella tutela e nella valorizzazione della stessa, e far sì che parte dei tributi potessero essere erogati direttamente a vantaggio del livello comunale e non più della Regione”.

D’Asta spiega che è “fondamentale dare risposte alla nostra città, anche su questo aspetto, ma è necessario farlo – aggiunge – in maniera corretta. Un errore di metodo che sta diventando una prassi. E, sinceramente, non ce la sentiamo di condividere un modus operandi che finirebbe con il penalizzare in maniera eccessiva la nostra città.

Invitiamo la maggioranza a rivedere le modalità di tale cammino e a non chiudersi in scelte elitarie, perché, altrimenti, non si rende un buon servizio alla comunità amministrata. Serve recuperare alcuni valori: la concertazione, ascoltare il cuore pulsante della città. La Giunta Cassì non ascolta i cittadini e rischia di diventare autoreferenziale, un atteggiamento politico di cui si può sinceramente fare a meno”.