“La pratica di alcune discipline sportive di larga diffusione come il nuoto non dovrebbe comportare spese eccessive per le famiglie, soprattutto se effettuate in una struttura comunale. Ci spiace sottolineare che, purtroppo, a Ragusa non è così. Non vogliamo dire che sia diventato un lusso. Ma poco ci manca”. A denunciarlo il portavoce cittadino di Territorio, Emanuele Distefano, assieme al responsabile degli enti locali, Michele Tasca, dopo le numerose segnalazioni ricevute in questo senso. “Lasciando stare il canone mensile che le società per le loro attività devono corrispondere al Comune e su cui possiamo anche essere d’accordo – sottolineano Distefano e Tasca – non si può sottacere il fatto che gli utenti siano costretti a corrispondere tutta una serie di balzelli anche per l’utilizzo di una serie di servizi connessi, non ultimo la doccia dopo aver fatto attività che può essere attivata attraverso una tessera magnetica da ricaricare con un tot di euro. Già un intervento del genere si rendeva necessario per il phon e quindi per asciugarsi i capelli. Ora bisogna pagare pure per lavarsi. Ora, sul fatto che un impianto del genere, e ci riferiamo alla piscina comunale di contrada Selvaggio, debba sopportare dei costi, anche ingenti, non ci sono dubbi. Ma non ci spieghiamo le ragioni per cui questi costi se li debba sobbarcare il cittadino che, tra l’altro, in questi ultimi anni, è stato costretto a sborsare tasse non da poco alla luce delle dissennate scelte di politica economica portate avanti dall’attuale Amministrazione. Chiediamo, dunque, alla stessa Amministrazione comunale di rivedere al ribasso questi costi che non possono impedire a chi ha difficoltà economiche di potere praticare uno sport tra l’altro consigliato anche dai medici per l’alta valenza psico-fisica che lo stesso ha insito in sé. Ci auguriamo che, magari a cominciare dalla prossima stagione, queste indicazioni possano essere oggetto di una modifica. In questo modo sarebbe possibile venire incontro alle esigenze di numerose famiglie”.