Erano previsti 5.000 partecipanti alla manifestazione organizzata per protestare contro l’installazione dell’impianto MUOS, pare siano state solo poco meno di 2,000 persone a sfidare il sole cocente e il cordone di sicurezza a difesa dell’installazione militare, ma non sono mancati gli elementi per far passare alla storia anche questa giornata di protesta.
La protesta era rivolta, da parte dei manifestanti, anche e soprattutto nei confronti del Presidente della regione Crocetta, responsabile del provvedimento che ha revocato le misure che impedivano ai militari americani di procedere nei lavori di montaggio dell’impianto.
Già nella serata di giovedì, alcuni manifestanti erano riusciti a violare i confini dell’installazione militare e si erano arrampicati sui tralicci delle antenne, dove avevano passato la notte in attesa del grosso dei manifestanti. Alcuni erano riusciti addirittura ad appendere delle amache alle funi di acciaio che sostengono i tralicci, sulle quali sono stati immortalati dalle riprese foto e video che faranno il giro del mondo per la loro particolarità.
Nel pomeriggio di venerdì, con temperature ‘africane’, un lungo corteo, aperto dallo striscione del comitato NO MUOS di Niscemi che ‘gridava’ : “fermare è possibile, fermarli tocca a noi”, è arrivato alla recinzione della base militare, riuscendo a violarla.
Ci sono stati degli scontri fra manifestanti e polizia, molti dei manifestanti, fra cui anche donne e bambini, hanno oltrepassato la recinzione, abbattuta in molti punti, altri preferivano restare fuori, cercando di evitare possibili reazioni degli organi polizia, che però non ci sono state.
Ci sono stati anche spiacevoli episodi, fra cui il lancio di un bengala contro un elicottero che sorvolava la zona, mentre è sta impedita la diretta RAI tagliando un pneumatico del furgone, modificando così l’orientamento della parabola satellitare che permetteva la trasmissione dell’evento.
Alla manifestazione hanno partecipato esponenti di partiti di sinistra e amministratori in rappresentanza di diversi Comuni della Sicilia.
In una intervista a Repubblica, pubblicata sabato 10 agosto, il Presidente della Regione Crocetta, che gli organi di stampa nazionale si ostinano a chiamare Governatore, ha giudicato prevedibili le tensioni scopiate a Niscemi, davanti alla base militare, ritenendo che, accanto alla pacifica popolazione che vuole legittimamente esprimere il proprio dissenso verso l’installazione militare, ci siano «punte estremiste che esasperano la lotta. Ma ci sono anche altre infiltrazioni». Il riferimento, come sarebbe stato confermato al cronista, era a infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata che, secondo Crocetta, non si faranno scappare l’occasione di intrufolarsi nell’’affaire’.
Riguardo al suo ruolo il Presidente ha voluto chiarire come le autorizzazioni siano state concesse da un governo nazionale di centro-destra e dalla giunta regionale guidata dall’allora Presidente Lombardo.
Crocetta rivendica di essere stato l’unico politico, in veste istituzionale a tentare di bloccare l’installazione, vedendosi poi costretto, a seguito di superiori istituzioni nazionali, a dover tutelare i supremi interessi dell’isola.