L’Italia, la Sicilia sono primi per attrattiva , ma investono poco e male, infatti, se ci pensiamo, potrebbero vivere di turismo culturale, marino, montano. Eppure si registra un calo nel turismo: si è poco abituati all’accoglienza, all’organizzazione turistica, alla crescita del territorio in questo senso, i beni culturali dovrebbero essere aperti anche di sera, invece, vuoi per mancanza di personale, mancanza di sensibilità ai beni che ci appartengono questi vengono chiusi , e quindi non sono accessibili..
Il nostro teritorio, caratterizzato dal barocco, dal liberty, dal medievale diventa ostico per un turista, vuoi per una segnaletica poco rigorosa, vuoi perché i turisti arrivano ad esempio a Ragusa Ibla, e possono vivere solo l’atmosfera perché le chiese sono chiuse, i beni culturali sono poco accessibili.
Come investire nella crescita di un territorio, così ampiamente conosciuto in tutto i mondo, se non si offrono opportunità di conoscenza ad un turista? Se non si permette ad un turista di raggiungere i posti con una segnaletica adeguata? Se non si offrono costi accessibili per gli alberghi e le altre strutture ricettive? Perché un turista dovrebbe rimanere nel territorio ibleo , invece di passare superficialmente sul territorio, secondo la metodologia del mordi e fuggi.
Investire nel territorio significa anche offrire al turista un soggiorno , che gli consenta di conoscere, apprezzare e star bene.
Ecco perché si dovrebbe mettere in atto una politica culturale che preveda una valorizzazione dei siti, delle piazze, del territorio, al fine di attrarre, farlo conoscere.
I beni vanno fruiti sia dai cittadini, sia dai turisti, e un’educazione alla cultura del proprio territorio dovrebbe essere prioritaria per un’amministrazione comunale, provinciale e regionale.
Nella maggior parte dei casi, però, si assiste ad un’assenza di politica culturale , limitata per lo più a piccole manifestazioni paesane, sagre, e non alla messa in atto di una cultura del territorio, che preveda conoscenza e valorizzazione. La fruizione è importante, e la valorizzazione altrettanto, ma purtroppo queste sono parole, quando non sono messe in atto, privilegiando svago, popolarità e populismo di bassa lega.
Vorremmo dire agli amministratori che si ponga seriamente il problema della valorizzazione, e della fruizione dei siti, senza facilmente cadere nelle proposte più scontate e nazional popolari, che non danno crescita. Senza voler contrastare il nazional popolare, vorremmo sottolineare che già la televisione mette in atto questa politica del non pensiero, delle veline, dello spettacolo più bieco, a parte qualche trasmissione accettabile. Che la stessa politica televisiva, si auspica, non venga messa in atto dagli amministratori: è deleterio!