PORTI INSABBIATI E DANNOSI: BLITZ A MARINA DI RAGUSA

Mercoledi 17 luglio, giornata di fuoco per Legambiente che dichiara: “giù le mani dalla costa. Basta opere faraoniche che arricchiscono i soliti noti con gravi rischi per l’ambiente. A pagare, invece, saranno sempre e solo i cittadini che stanno subendo in questi anni scelte scellerate che non tengono conto della vocazione del territorio e delle sue risorse naturali”. Il porto turistico di Marina di Ragusa si inserisce perfettamente in questo contesto ed è per questo che Legambiente auspica che la magistratura faccia fino in fondo chiarezza sulla vicenda. 

La richiesta arriva a seguito del blitz dell’equipaggio di Goletta Verde, la storica imbarcazione ambientalista che da ventotto anni si batte contro i “pirati del mare”, che questo pomeriggio ha fatto tappa al Porto turistico di Marina di Ragusa, realizzato senza tener conto di una serie di norme stabilite nelle “convenzioni” tra Regione, Comune e impresa appaltante. Quest’ultima, la Tecnis, ha ora proposto anche la costruzione di un porto a Giardini Naxos.

“Da anni le associazioni ambientaliste hanno sollevato segnalazioni, dubbi e problemi su una serie di interventi effettuati nell’ambito della  costruzione del porto di Marina di Ragusa – dichiara Antonino Duchi, presidente del circolo Legambiente “Il carrubo” di Ragusa – quali i rischi di insabbiamento della bocca di porto, lo smantellamento della scogliera interna, il versamento di materiale calcareo all’esterno del molo, l’utilizzo di materiale roccioso non conforme e la realizzazione di un parcheggio in una zona destinata a verde attrezzato. L’opera, tra l’altro, si conferma sovradimensionata in quanto in questi anni non si è mai riempita per più della metà. Questo potrebbe prefigurare scenari inquietanti dal punto di vista economico per il Comune e la cittadinanza. Stando al contratto, infatti, in caso di default, il concessionario potrà recedere e quindi trasferire debiti e mutui all’ente comunale, gravando così sulle tasche degli stessi cittadini. La nuova amministrazione valuti attentamente questo aspetto che fino ad ora è stato sottaciuto”.

Secondo il dossier Mare Monstrum di Legambiente, il fenomeno dell’insabbiamento ha colpito anche il Porto rifugio di Gela, in Sicilia, costringendo la Capitaneria di porto a emettere un’ordinanza con cui è stato stabilito il divieto di ingresso e uscita “a tutte quelle unità che hanno un pescaggio non compatibile con l’attuale situazione dei fondali”, che al momento dell’ordinanza era appena di 1,2 metri. Porto insabbiato e pescherecci in difficoltà anche al porto di Scoglitti, in provincia di Ragusa, al centro nella primavera scorsa di un’immediata richiesta d’intervento da parte del sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia: “Non è possibile che un porto, che già è costato tanti milioni di euro alla collettività e sul quale ci sono progetti di sviluppo importanti e su cui si sta continuando a investire, possa restare ostaggio dell’insabbiamento”. Storicamente insabbiato un altro porto della provincia di Ragusa, quello di Pozzallo, con le relative proteste di pescatori e diportisti. Dopo l’ultimo dragaggio, del 2011, tra mareggiate e incuria, l’ingresso è tornato a essere assai difficoltoso. Analoghi fenomeni, sempre in provincia di Ragusa, al porto di Donnaluca.