Attualità

Potato? No, distrutto. E’ l’albero di carrubo di Largo Gramsci simbolo di legalità piantato nel ricordo di Falcone e Borsellino a Scicli

Ha continuato a crescere verde e rigoglioso, nonostante la siccità, in quell’angolo della bambinopoli di Largo Gramsci, nel centro storico di Scicli. Ora la potatura. E’ di questi giorni l’intervento. Un intervento messo in discussione da chi, nel tempo lo ha cresciuto…con gli occhi amorevoli di colui che crede nel ricordo e nella legalità. Parliamo di Vincenzo Burragato, oggi presidente di Tanit, che ogni giorno per raggiungere i siti culturali della città che lo stesso gestisce assieme ai componenti dell’Associazione culturale-turistica, passa vicino all’albero di Falcone e Borsellino. Era un piccolo arbusto quando il carrubo venne piantato da Legambiente e dagli alunni della scuola media sita poco distante in piazza Italia il 23 maggio del 1993, un anno dopo la strage di Capaci (23 maggio 1992), sull’autostrada A29 in prossimità di isola delle Femmine a Palermo, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone e la moglie Francesco Morvillo, anch’essa magistrato, e gli agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo ed Antonio Montinaro e dell’attentato di via D’Amelio (19 luglio 1992) in cui persero la vita il giudice Borsellino e cinque agenti della scorsa, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walrer Eddie Cosina e Claudio Traina. In ricordo della strage, di quei magistrati che rivoluzionarono la lotta alla mafia, la piantumazione del carrubbo.

In questi giorni la potatura per un albero di carrubbo che, forse, poteva essere evitata e comunque non fatta nel modo in cui è stata fatta.

Vincenzo Burragato è stato uno di quei ragazzini che allora piantarono quell’arbusto di carrubo. “Ricordo quel 23 maggio 1993, era passato un anno esatto dalla strage di Capaci e poco meno da quella di Via d’Amelio – sono le parole dettate da Vincenzo Burragato qualche anno fa e che oggi le ripete sempre più convinto – mancava poco all’estate, era un bellissimo giorno di primavera come quello di questi giorni e dei bambini, fra i quali io, piantavano un piccolo carrubo, oggi diventato grande, per ricordare i giudici Falcone e Borsellino e tutte le vittime della mafia. Passo davanti all’albero ogni giorno e, quotidianamente, penso a quella giornata e alla sensazione di benessere che mi restituisce sempre. Le persone che lottano non muoiono mai invano. Ed oggi mi ritrovo un albero potato che ha ridotto in malo modo quell’albero che si sarebbe dovuto lasciar crescere nella sua ‘forma’ di albero di carrubo. Ma nelle campagne, mi chiedo, gli alberi di carrubo vengono potati? Eppure crescono e vivono in maniera rigogliosa. A distanza di 24 ore da quando è stato eseguito l’intervento si vede ancora lo scempio. Perchè è stato fatto?”.