Di chiara matrice dolosa l’incendio che, nella notte tra domenica e lunedì, ha distrutto sei autovetture. Partendo da questo sicuro elemento di indagine, i Carabinieri, nel vagliare alcune ipotesi di reato, stanno cercando di cogliere in primis il movente dell’atto delinquenziale. Che ha destato grande impressione perché portato a termine con premeditata tecnica distruttiva, in esecuzione di un preciso disegno criminoso, elaborato per colpire e danneggiare i proprietari delle autovetture prese di mira. Fra le diverse ipotesi di reato, gli inquirenti sarebbero orientati a privilegiarne una: la lite per “accaparrarsi” il diritto al parcheggio. Scenario del rogo, come riportato ieri, la piazzetta Zenson di Piave, circondata lateralmente da alcune costruzioni e servita, a sinistra, da una piccola strada, da dove si accede all’ingresso secondario della Chiesa Madre Madonna del Rosario. La piazzetta è stata realizzata anni addietro, dall’Amministrazione del tempo, che ha provveduto a liberare lo spazio occupato da una casa pericolante, di proprietà dell’Istituto Sacro Cuore di Gesù di Rosolini, che l’aveva ricevuta con lascito testamentario. Lo spazio, nonostante appartenga a privati, è diventato, di fatto, parcheggio semipubblico di giorno, nel senso che viene utilizzato promiscuamente dagli abitanti del quartiere ed anche da qualche fedele che è solito frequentare la vicina chiesa, mentre di notte, diventa parcheggio “privato”, ad uso esclusivo dei proprietari di autovetture residenti nella zona. Lite per il parcheggio? Sembrerebbe questa la pista privilegiata seguita dagli inquirenti che, intanto, avrebbero acquisito le generalità delle vittime dell’incendio, dei proprietari della zona, che, proprio quella sera, avrebbero avuto la fortuna di parcheggiare altrove i loro automezzi, e delle poche persone residenti nelle strade adiacenti che, di tanto in tanto, riuscivano ad utilizzare la piazzetta Zenson di Piave come parcheggio “pubblico”. Fra le vittime dell’attentato incendiario anche un militare delle Fiamme Gialle. Ma, a parere degli inquirenti, si tratterebbe solo di una fortuita coincidenza. “Ho chiesto agli uffici competenti – dice il sindaco Luigi Ammatuna – una puntuale relazione sul sito utilizzato come parcheggio, per valutare da subito il da farsi per regolamentarne l’uso. Una volta che quel suolo privato è diventato, di fatto, “terra nullius”, molto probabilmente si è venuta a creare una situazione di conflittualità, che non avrebbe avuto motivo di essere se, a suo tempo, si fosse provveduto a chiedere ai legittimi proprietari di custodirlo come per legge o di cederlo, eventualmente, in comodato d’uso al Comune”. Statisticamente impressionanti i dati relativi alle liti condominiali, riportati dall’ANAMMI, Associazione Nazional-europea Amministratori di Immobili, con sede a Roma. Oltre il 50% delle procedure civili nelle aule di giustizia riguarda il condominio; al secondo posto in classifica “la collocazione in ambito condominiale di oggetti e mezzi di un singolo condomino”. Stiamo parlando di realtà condominiali gestite per legge da un amministratore. Figuriamoci quello che può succedere quando si tratta di imporre diritti di nessuno su un terreno di altri.