Pozzi non controllati ma sfruttati per la carenza idrica in Sicilia: il Codacons chiede maggiori controlli

Il Codacons, con il Vice Presidente Regionale avvocato Bruno Messina, ha lanciato un allarme riguardo alla provenienza dell’acqua distribuita tramite autobotti in Sicilia, soprattutto nell’agrigentino, dove la crisi idrica è particolarmente grave. Secondo Messina, organizzazioni note come le “bande del buco” stanno sfruttando pozzi privati non controllati per prelevare acqua potenzialmente contaminata e venderla a ristoratori, albergatori e cittadini per uso alimentare e domestico, nonostante la sua qualità spesso inadeguata.

L’acqua estratta dal sottosuolo

L’acqua estratta dal sottosuolo può variare in qualità a seconda della falda acquifera da cui proviene e deve essere verificata per la presenza di sostanze potenzialmente dannose. Per questo motivo, le autobotti legali che trasportano acqua potabile devono ottenere la SCIA sanitaria e rifornirsi esclusivamente presso fonti comunali sottoposte a controlli.

Il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, prevede una serie di norme a tutela dell’ambiente e dell’acqua. Il Codacons ha quindi diffidato l’ARPA Sicilia (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) chiedendo controlli più rigorosi per censire i pozzi privati abusivi con acqua non idonea al consumo umano. Inoltre, ha sollecitato le Prefetture a coinvolgere le Forze dell’Ordine per verificare le autorizzazioni delle imprese che vendono acqua potabile e che utilizzano autobotti e autocisterne, al fine di proteggere la salute dei siciliani dalla minaccia rappresentata da imprenditori senza scrupoli che approfittano della crisi idrica.

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