“PREOCCUPANO LE INCERTE PROSPETTIVE DI REDDITO E OCCUPAZIONE”

Gli imprenditori agricoli ragusani si apprestano ad affrontare la prossima annata agraria con il solito senso di responsabilità, consapevoli, cioè, del ruolo che rivestono nella provincia di Ragusa, ossia quello di rappresentare l’economia reale del territorio e il volano dell’indotto. Al contrario delle precedenti annate agrarie, però, preoccupano le incerte prospettive di reddito e di occupazione. E’ il presidente di Confagricoltura Ragusa, Sandro Gambuzza, a lanciare l’allarme. E a spiegare il perché.

“L’eccessivo squilibrio – dice – fra mondo della produzione e quello della distribuzione, la crisi in atto che genera la diminuzione dei consumi, gli aumenti dei costi di produzione conseguenza di un mercato dei fattori produttivi divenuto oligopolistico, la volatilità dei prezzi di vendita in un mercato caratterizzato da una concorrenza sfrenata, la difficoltà di accesso al credito a causa dei criteri di Basilea poco idonei per il comparto agricolo, un sistema burocratico stratificato e ormai poco votato al servizio ma alla ricerca di budget e premialità che appesantisce la vita delle imprese: sono tutti elementi che, negli anni, hanno portato l’agricoltura iblea allo sfinimento. Ad aggravare il quadro contribuiscono sia il gap infrastrutturale del territorio che ne penalizza la logistica, sia i periodici attacchi mediatici alle produzioni locali. Né sono d’aiuto le incertezze scaturenti dai vincoli imposti dal piano paesaggistico che bloccano sul nascere gli investimenti e le nuove iniziative oltre alla vischiosità della classe dirigente iblea”.

Per Gambuzza, pertanto, “è necessario che ciascuno degli attori economici, politici e istituzionali prenda coscienza dell’affermazione di Norman Borlaug, premio Nobel per la pace: ‘Non esiste alcun bene che sia più essenziale del cibo. Senza questo le persone muoiono, le organizzazioni sociali e politiche si disintegrano, le civiltà collassano’. E se ciò vale nel contesto globale, vale a maggior ragione per la provincia di Ragusa: una provincia in cui nessuno dovrebbe dimenticare, con i fatti e non solo a parole, che l’agricoltura rappresenta l’essenza stessa della nostra storia e del nostro presente e che se, come ente locale – prosegue Gambuzza – continuerà ad avere un futuro, lo si deve anche alle migliaia di lavoratori extracomunitari e neo comunitari residenti i quali rappresentano una risorsa vitale per il comparto agricolo e zootecnico”. 

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