L’eco di notizie stampa che ventilano il possibile obbligo di restituzione dei Fondi Europei utilizzati per la realizzazione dell’aeroporto di Comiso ricorda a tutti noi come i ritardi nell’impiego delle infrastrutture pubbliche non siano indolori o privi di conseguenze. Il Partito Democratico, a tutti i suoi livelli da sempre impegnato per la realizzazione, prima, e l’attivazione, poi, della struttura ha già avviato iniziative politico amministrative per accertare i rischi concreti di dismissione del finanziamento e le possibili misure di contrasto e cautelative.
Gli articoli di stampa, dal 3 settembre in rapido inseguimento gli uni agli altri, che ventilano il rischio di disimpegno del finanziamento comunitario utilizzato per realizzare l’aeroporto di Comiso, con possibile conseguente obbligo di restituzione di circa 20 milioni di euro, altro non sono che un efficace promemoria di come non si possano parcheggiare fondi in opere non utilizzate.
Purtroppo si tratta di rischi concreti, essendo difficile giustificare come causa di forza maggiore, clausola che consentirebbe di superare la previsione di disimpegno del regolamento comunitario interessato, la mancata stipula della convenzione con ENAV o le lunghezze burocratiche che non hanno ancora consentito l’operatività della struttura e difficilmente lo faranno entro il 2012.
A poco valgono rassicurazioni inutili, quali quelle di non aver ancora ricevuto alcuna richiesta di restituzione, o spiegazioni generali sullo stato attuale dell’iter burocratico dell’opera o peggio ancora dichiarazioni confusionarie che equiparano gli investimenti sull’infrastruttura a quelli sull’indotto. Serve invece senz’altro una immediata interlocuzione politica per l’interpretazione della normativa e la valutazione degli organismi competenti sulla possibilità che il completamento strutturale dell’opera, di fatto già acquisito, possa scongiurare l’avvio delle procedure di disimpegno. Serve che l’Amministrazione Comunale, dopo brindisi e annunci periodici, faccia al più presto tutto quello che è ancora atteso dalla Società di Gestione completando la sua parte fattivamente, e non solo verbalmente. Serve, in buona sostanza, che l’aeroporto apra e diventi operativo.
Il Partito Democratico ha già interessato la propria delegazione al Parlamento Europeo per le verifiche del caso, continuando intanto la propria interlocuzione con l’autorità ministeriale perché si possa sbloccare la vicenda dei controllori di volo e accelerare per questa via la piena operatività dello scalo.
L’accertamento delle responsabilità precise delle lungaggini che mettono a rischio una ingente quota di finanziamento e l’avvio di azioni a tutela dell’Ente costituiscono, poi e senza alcun dubbio, misure cautelative che occorre comunque predisporre nel caso in cui non venga garantito quanto richiesto dalle autorità Comunitarie. E questo a tutela di quanti hanno lavorato bene sinora e soprattutto nell’interesse di evitare che l’infrastruttura rimanga un vano tentativo di sviluppo e poco altro.