Presentata la mozione di sfiducia contro il sindaco Innocenzo Leontini

La politica di Ispica è in fermento dopo che i consiglieri comunali d’opposizione hanno formalizzato la mozione di sfiducia contro il sindaco Innocenzo Leontini, eletto il 7 ottobre 2019. La mozione, sottoscritta dai consiglieri, punta a porre fine alla sua amministrazione, che ormai dispone di una minoranza in Consiglio: solo quattro consiglieri su sedici lo sostengono.

Cosa significa la mozione di sfiducia

La mozione di sfiducia è un atto politico con cui i consiglieri comunali esprimono formalmente la volontà di interrompere il mandato del sindaco. Per essere approvata, necessita del voto favorevole di almeno dieci consiglieri su sedici. Se passa, il sindaco e la giunta decadono, e il Comune viene commissariato fino a nuove elezioni.

Le posizioni in campo

La mozione è stata promossa dai consiglieri d’opposizione Angelo Galifi e Salvatore Milana, sostenuti dal coordinamento cittadino dell’Mpa, che hanno ribadito la richiesta di dimissioni immediate per il primo cittadino.

Una posizione critica ma differente è quella espressa dal Partito Democratico, che si oppone alla sfiducia ma invita il sindaco a dimettersi volontariamente. “No a una sfiducia dannosa per la città, che porterebbe a un commissariamento senza garanzie di imparzialità. A Leontini chiediamo un atto di responsabilità: si dimetta e consenta al Consiglio di esercitare il controllo democratico sul commissario,” ha dichiarato il Pd durante un’assemblea cittadina, alla presenza del segretario provinciale Bartolo Giaquinta e dell’on. Nello Dipasquale.

Anche il consigliere comunale Paolo Monaca di Sud chiama Nord si è espresso contro la sfiducia, criticando le divisioni interne: “Tra faide e irresponsabilità politica, a perdere è solo il cittadino ispicese.”

Il punto di vista del consigliere Oddo

Il consigliere Carmelo Oddo ha chiarito la sua posizione in un comunicato stampa, sottolineando che la sfiducia deve essere basata su fatti politici concreti, non su questioni formali o elettorali. Oddo non ha firmato la mozione, ritenendo questo atto solo simbolico, ma ha garantito il suo voto favorevole in aula per mandare a casa il sindaco:

“La mia firma sulla mozione sarà assente, perché serve solo a chi cerca visibilità elettorale. Ma il mio voto in aula sarà favorevole senza tentennamenti. Questa dichiarazione vale molto più di una firma formale.”

Una situazione delicata

Con i numeri necessari per far approvare la mozione, il futuro politico di Innocenzo Leontini appare incerto. Mentre si attende il voto in aula, il dibattito accende il confronto su temi di responsabilità politica e amministrativa, con riflessi che potrebbero pesare sul destino della città.

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