RAGUSA – Un libro che ripercorre attraverso i miti e le leggende legate alla nostra isola, le dominazioni che l’hanno solcata nei tempi, restituendoci una Sicilia dalle mille sfaccettature e l’anima stessa del popolo siciliano. E’ “Mare Bianco”, il libro d’esordio dell’illustratrice e fumettista Bruna Fornaro, edito da “Le Fate Editore” e presentato ieri pomeriggio in anteprima a Ragusa, in occasione del festival “A Tutto Volume” nella sezione “ExtraVolume”. Quarto libro per la casa editrice, primo per la Fornaro che ha profuso tutta la sua arte con le illustrazioni, o meglio con le “tavole strutturate tramite logica cartesiana – come puntualizzato dal critico Giuseppe Carrubba – in cui il disegno contemporaneo si accompagna alla tecnologia digitale”. Le Fate Editore ha creduto fortemente in questa nuova iniziativa editoriale che ha visto tra i fautori l’editrice Alina Catrinoiu e il cantautore e direttore editoriale della rivista “Le Fate”, Carlo Muratori che ha voluto aprire l’incontro con un brano musicale dedicato alla leggenda di Colapesce, musicato da Otello Profazio e con una piccola dissertazione legata al mito e alla sua attualità. “I miti come coordinate per la sopravvivenza della razza umana”, ha sottolineato Muratori aggiungendo che “questo libro è un viaggio che rappresenta l’anima del popolo siciliano”. Il critico Giuseppe Carrubba, nel piacevole excursus sul lavoro della Fornaro, ha insistito sul linguaggio artistico usato dall’autrice, ovvero la Graphic Novel, un genere narrativo del fumetto, quello d’autore, in cui le storie hanno la struttura di un romanzo. Un fumetto d’autore dove i testi da leggere sono impreziositi dalle illustrazioni anche dove, come nella bianca copertina che fa da sfondo al natante Colapesce, tutto ha un significato. “Bruna Fornaro – ha poi puntualizzato Carrubba – anche nel titolo “Mare Bianco” e nell’immagine di copertina dà vita ai suoi personaggi. La figura sospesa nel vuoto ha una struttura in linea orizzontale e ci comunica una dimensione silenziosa perché è dentro il mare in una sorta di vuoto e di abbandono. Il bianco perché ci abbaglia, così come il nero che è contrario di luce, sono due condizioni alla metafora stessa dell’insularità”. Evidenziata la raffinatezza del suo segno grafico della Fornaro, un segno raffinato e preciso, quasi modernista con tendenze all’art déco per la fluidità e per la simbiosi con la natura, con le vignette impressionistiche nel taglio quasi cinematografico, ovvero nello sviluppo della sequenza. Nella struttura delle storie l’autrice ha lavorato su piani paralleli. La lettura di “Mare Bianco” è lenta, non ci sono dialoghi, solo immagini e alcune voci fuori campo nelle didascalie. E’ una lettura che ci richiama ad una dimensione “altra” proprio perché abbiamo a che fare con il mito: Cerere e Proserpina, Re Artù, Colapesce, Sicilia e Nevara. I disegni non hanno i contorni della vignetta, elemento visivo di forte attrazione. A conclusione di questa attraente presentazione anche l’attore Massimo Leggio ha voluto dare un contributo artistico all’opera della Fornaro, leggendo l’incipit de “La luce e il lutto” di Gesualdo Bufalino. Leggio ha anche sottolineato l’onestà di fondo e la chiarezza d’animo di Bruna Fornaro: “Presupposti necessari – ha detto – per la nascita di questo libro”. Per Le Fate Editore, giovane casa editrice diretta da Alina Catrinoiu, è il quarto volume dopo il “Bestiario Ibleo” di Giovanni Amato e Alessandro D’Amato, “Panza e Assenza” di Carlo Blangiforti e il cd/book “Sale” di Carlo Muratori.