“E’ il lavoro che vogliamo”. E’ questo il grido che si è alzato forte stamani dinnanzi la Prefettura di Ragusa da parte di centinaia di lavoratori dei villaggi turistici della costa iblea che sono stati posti sotto sequestro. Si tratta di Baia Samuele e Marsa Siclà già posti sotto sequestro da gennaio scorso mentre di recente la lente della magistratura si è soffermata sul villaggio turistico Marispica pur se non sono stati posti i sigilli. L’accusa è quella di aver creato delle illiceità nel trattamento e conferimento dei reflui. In attesa che le perizie della Procura e quelle di parte consentano ai giudici di analizzare la situazione, i due villaggi turistici presenti sulla costa sciclitana, Baia Samuele e Marsa Siclà, continuano a restare sotto sequestro, con danni economici enormi se si considera che la stagione turistica è nei fatti già iniziata. Problemi naturalmente per le società che gestiscono le strutture ma anche e soprattutto per i tanti lavoratori, circa 400 compresi gli stagionali, che rischiano il loro posto di lavoro. Per 400 famiglie c’è insomma la concreta possibilità di rimanere completamente senza una sussistenza economica. Per tale ragione stamani, su input della Cisl, si è svolto un sit-in di protesta dinnanzi la Prefettura. I tantissimi lavoratori presenti, che hanno manifestato pacificamente con cartelli e slogan, chiedono semplicemente la possibilità di poter tornare a lavorare. Non si intende di certo contestare il lavoro della magistratura ma ai giudici si chiede quantomeno di procedere al dissequestro per consentire alle strutture di tornare regolarmente in funzione proprio mentre prosegue il lavoro dei periti che, dopo i sopralluoghi, sono stati chiamati a redigere le proprie relazioni a beneficio delle valutazioni dei giudici. I rappresentanti sindacali della Cisl e una delegazione dei lavoratori del settore, alla presenza dei sindaci di Pozzallo e Ispica, e dei rappresentanti del versante sciclitano, sono stati ricevuti dal prefetto Vardè. Quest’ultimo si farà carico di sensibilizzare opportunamente gli organismi preposti.