QUALE FUTURO PER IL CENTRO STORICO DI RAGUSA?

C’erano tutti venerdi sera al Feliciano Rossitto per il Convegno sulle “Opportunità per Ragusa” derivanti dal Piano Particolareggiato organizzato dal Centro F.R. dall’ Associazione culturale di impegno San Giovanni e dal Lions ibleo.

Ex sindaci, assessori, consiglieri comunali “vecchi” ed attuali, tecnici, uomini di cultura, urbanisti hanno risposto all’invito del presidente Giorgio Chessari e son venuti a discutere uno dei punti essenziali dello sviluppo di Ragusa, cioè il piano particolareggiato del centro storico inspiegfabilmente bloccato, snaturato, ammazzato dalla Regione che vi ha apportato modifiche “delittuose” tali da far presentare un ricorso al Tar perché le infauste modifiche vengano cancellate dalla giustizia amministrativa.

E dire che dopo una trentina d’anni, forse di più, lo strumento urbanistico la cui mancata approvazione ha fatto da allora tanto danno alla città di Ragusa, era vicina al traguardo!. Ma la Regione (o meglio io cosiddetti tecnici dell’Ente) che ha portato alla parziale bocciatura del Piano non ha capito che la mancata previsione di accorpamento, modifica strutturale, rifacimento della tipologia degli edifici del Centro storico di Ragusa avrebbe comportato la sostanziale inapplicazione dello strumento perché si sarebbero reiterati i motivi tecnici, urbanistici, economici e sociali per cui tutti, o quasi, i centri storici si spopolano per andare nelle immense, degradate, periferie , nei cosiddetti quartieri dormitoi, dove la gente ha poi bisogno , necessità di spostarsi in auto laddove manchino, come a Ragusa,  sistemi di mobilità alternativa pubblici che uno dei presenti al convegno il prof. Fabio Maria Ciuffini progettista molti anni fa della cosiddetta metropolitana di superficie di Ragusa ha rispiegato ancora attingendo alle moderne teorie di quasi tutte le città europee specie di quelle isolate, periferiche, come Ragusa.

Mentre il Venezuela celebra la morte di Hugo Chavez, il grande presidente “amico dei poveri” che però ha consentito nelle sue quattro rielezioni la distruzione delle bellissime colline di Caracas dove oltre due milioni di “Rancitos” hanno costruito abusivamente, Ragusa celebra lo scempio dei quartieri periferici del tutto abbandonati dal punto di vista urbanistico e strutturale mentre il centro storico veniva già abbandonato spopolandosi prima con la melina del Piano particolareggiato che nessuno riusciva a portare avanti e poi con l’assurda richiesta di milioni di metri quadri di terreno edificabile immessi sul mercato perchè, si diceva, lo sviluppo di Ragusa prevedeva in pochi anni il raggiungimento di almeno 110 mila abitanti cosa che a quei tempi solo noi e pochi altri escludevano perché inverosimile e frutto di una campagna di disinformazione orientata a risaputi scopi economici.

In tal modo i vecchi quartieri del tutto inabitabili per la tipologia costruttiva di inizio secolo venivano abbandonati e diventavano sedi di una popolazione immigrata che con tutto il rispetto non facevano altro che degradare ancor di più la città vecchia tant’è che la scuola elementare di via Ecce Homo a ridosso del quartiere omonimo ha ancora oggi il più alto numero di scolari immigrati (o nati a Ragusa da immigrati)  di tutta la provincia escluso forse Santa Croce Camerina.

Nel frattempo il rilancio dei centri storici (specie quelli individuati dall’Unesco) non avveniva e dei 12 milioni di euro stanziati dalla legge del 2007 ed i 30 dall’Unione europea nemmeno un soldo è stato previsto né speso per le nostre città della provincia  di cui Ragusa ha ben 18 siti Unesco.

Diciamolo pure: errori enormi sono stati fatti a Ragusa e Ciuffini con il suo modo di alleggerire le parole “pesanti” lo ha fatto capire venerdi sera al di là del progetto “faraonico” della Metroplitana di superficie, perché dopo la crescita che da noi ha avuto due settori privilegiati automobile e mattone bisogna ricominciare tenendo presente che è finita un’epoca e che occorre cambiare direzione facendo assurgere alla città il ruolo che le compete nello sviluppo evitando consumo ed invasione del territorio.

Se il Tar come si prevede e si spera (come faceva capire l’avv. Barone) darà ragione al Comune di Ragusa anche per il capoluogo ibleo si potrà aprire una stagione di crescita assennata e formidabile.

Sono ammesse scommesse!