Quanto facciamo costare una lattina di “Pisciotto Air”?

Quando uno pensa di avere visto tanto, viene sempre subito smentito. L’ultima viene da Como, da cui stanno facendo passare per ideona un modesto marketing destinato al souvenir. Con 10 euro si può comprare una confezione da 400 ml di “Lake Como Air”, “aria pura dal lago più bello del mondo”. Appena messa in commercio, ne hanno scritto e parlato molti giornali, siti d’informazione e tv di mezzo mondo, esattamente l’obiettivo di chi l’ha inventata. La lattina, contenente azoto, ossigeno, argon, anidride carbonica, neon, elio, gas metano, krypton, xenon, idrogeno e un ingrediente definito “segreto”, non è in vendita online. Per acquistarla occorre andare in uno di tre locali di Como, un altro di Lenno e un’edicola di Menaggio, sempre in zona. Occorre dunque spendere altri soldi per averla, quella lattina. Furbacchioni.
L’idea, tra l’altro, non è originalissima. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, un imprenditore provò per un periodo a vendere “l’aria di Napoli” in lattine vuote di derrate alimentari lasciate dai soldati statunitensi. Con la miseria che c’era l’iniziativa durò poco, di recente è stata rimessa in commercio. 

Il Lago di Como è una delle mete più visitate dai turisti stranieri. Qualche settimana fa, sulla Tv Svizzera in lingua italiana (RSI) hanno condotto un sondaggio fra le tante persone di passaggio nel nostro Paese sulla conoscenza dei bacini naturali di Como e Lugano. In pratica, 9 su 10 sapevano del Lario, mentre il lago di Lugano era sconosciuto ai più.

La bellezza di questi posti è da vero incanto, ogni angolo dei due rami (anche quello di Lecco è magnifico) riserva una vista meravigliosa, paesini da fiaba, una cura civica che noi possiamo solo sognare. L’acquisto da parte di George Clooney di una villa a Laglio, con annesso attracco per motoscafi, ha aperto all’arrivo di altre star di cinema e musica, senza contare i milionari sconosciuti al grande pubblico che vi hanno stabilito da tempo la residenza. Sempre qui c’è il secondo hotel migliore del mondo, che l’anno scorso era finanche il primo. Ragion per cui, da queste parti fanno pagare anche l’aria che si respira e il “Lake Como Air” ne è diretta conseguenza, fosse soltanto una trovata all’americana. Qualcuno sui social ha avanzato dubbi sul contenuto della lattina, se sia stata compressa una piccola fetta di smog che si respira quasi inevitabilmente anche sul lungolago, quando in inverno l’aria umida si fa largo fra rive e stradine limitrofe.

Forse questo è l’unico momento in cui potremmo competere anche con un “Pisciotto Air”, un “Puntarazzi Parfum” o un “Eau de Passajatta”, con rigoroso accento sulla seconda a, sul quale tempo fa abbiamo riso a crepapelle in un gruppo di antichi e goliardici amici: non abbiamo avuto la consapevolezza di avere creato un brand.

I marchi legati al territorio possono regalare soddisfazioni commerciali. Ma se non c’è il prodotto, sono aria fritta a tiratura neanche limitata.  

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