Dopo quasi tre anni di camuffamento da parte dell’Amministrazione comunale, solo adesso a Modica emerge con grande drammaticità la questione dei debiti che il Comune ha contratto con tutti i lavoratori, che indirettamente svolgono servizi ed attività per conto dell’Ente territoriale. A cominciare dai dipendenti delle cooperative sociali che prestano servizi essenziali e sensibili, quali quelli resi alle fasce più deboli del territorio, anziani e disabili, nei cui confronti il Comune vanta un debito notevolissimo. Basta ricordare gli operatori della Coop. “Turi Apara”che devono percepire 14 mensilità e quelli della Coop. ”Esperia 2000” che ne devono percepire 10, senza dimenticare altre cooperative che non vengono liquidate per i servizi svolti. E la Società Spm, totalmente partecipata dall’Ente-Comune, i cui dipendenti devono percepire 4 mesi di stipendi già maturati e il quinto in maturazione tra qualche giorno.
Dagli elementi sopra forniti si definisce sì un quadro piuttosto complesso, ma che ancora non rende realmente conto della gravissima condizione finanziaria del Comune. A questi debiti prima individuati si dovrebbe aggiungere tutta la esposizione debitoria complessiva dell’Ente, per cui facendo tale operazione per intero si profila uno stato di salute del Comune da conclamato coma irreversibile, con conseguenze nefaste sui lavoratori, sulla città e sui cittadini, da far tremare le vene ai polsi.
L’accordo che l’Amministrazione comunale, nella persona del Sindaco, ha sottoscritto in Prefettura per i pagamenti della Ditta Puccia è il sintomo evidente di come il primo cittadino, forse inconsapevolmente o forse colpevolmente, si sia messo a giocare sul bordo alto di una polveriera caricatissima, che potrebbe esplodere da un momento all’altro. Non solo. Il Sindaco ha fatto un accordo, le cui condizioni sono stringenti e riteniamo difficilmente rispettabili, con il quale, in realtà, ha ammesso a chiare lettere di non poter pagare nessun altro fornitore dell’ente i cui dipendenti, non ricevendo da mesi e mesi il loro salario, sono stati ridotti alla fame. Ieri l’altro, infatti, il primo cittadino ha asserito, in un suo comunicato stampa, che non emetterà altri mandati se prima non saranno onorati e trasferiti alla ditta Puccia i mandati oggetto dell’accordo sbandierato ai 4 venti. In sostanza, così dicendo ha smentito tutti gli impegni che Lui ha assunto con la cgil di corrispondere 2 mesi subito ai lavoratori della Spm e 3 mensilità agli operatori delle cooperative sociali. Noi siamo perché i dipendenti della ditta Puccia vengano pagati, ma siano arciconvinti che anche gli altri lavoratori hanno uguale dignità e quindi devono essere pagati gli emolumenti dei dipendenti delle cooperative e della Spm, devono essere onorati per tutti i debiti da lavoro.
Proprio per queste inoppugnabili ragioni si chiede al Sindaco, risparmiandoci – se può – i soliti giochetti del prendere tempo e del negare i fatti, di fare un piano di pagamento con le organizzazioni rappresentative per tutte le categorie dei lavoratori, che preveda la liquidazione, entro la fine della corrente settimana, di tre mesi agli operatori della Spm, 5 mensilità a quelli delle cooperative, diversamente saranno, previa autorizzazione delle istituzioni competente, promosse manifestazioni sit-in a tempo continuato, fino a che non si avranno i risultati per cui si manifesta.
Infine una precisazione: di fronte alla drammaticità e alla negatività dei dati relativi alle esposizione debitoria che è andata aumentando in questi tre anni e non diminuita come si sarebbe sperato, ci si aspetterebbe un comportamento imperniato al senso della responsabilità seria da parte di chi ha ricevuto dai cittadini l’onere del governo della città e non il solito superficiale e furbesco atteggiamenti di negazione della drammaticità reale delle Comune e il continuo, irrituale, improduttivo e distruttivo pavoneggiarsi rispetto a condizioni e fatti che non ci sono mai stati e che, di questo verso, mai ci saranno.
Il tempo del bel gioco è finito. Speriamo che qualcuno lo abbia interiorizzato. Siamo nel tempo delle risposte serie, quelle che ci si aspetta da tre anni e che ancora non si profilano all’orizzonte. Quelle che attengono al risanamento del Comune, visto che tre anni fa venne scongiurato il dissesto grazie anche alle proposte di questo Sindacato, sperando di non doverlo vivere oggi con ritardo e maggiori danni. I danni della fine di un ente.