Sulla questione della SpM, oggetto in questi ultimi giorni dell’interessamento di importanti personalità politiche, la Cgil intende esprimere, come ha fatto in passato e in tempi non sospetti, la propria posizione in merito, con la finalità di fare, una volta per tutte, chiarezza, sia relativamente alle possibili sorti dei lavoratori che riguardo alla condizione economica della Società.
Di fronte al più volte paventato e denunciato rischio di collasso economico cui stava andando incontro la Società e alle conseguenze che ciò avrebbe potuto causare sul versante del mantenimento occupazionale dei lavoratori, la Cgil, già tre anni addietro, propose non solo la necessità di affrontare la problematica coinvolgendo il Consiglio comunale e chiedendo ripetutamente la convocazione di una sua seduta in versione aperta (mai concessa dalla maggioranza e da qualche consigliere di opposizione), ma soprattutto l’indifferibilità di operare alcuni mirati interventi riguardanti:
1. la sostituzione, come da apposita nota inviata all’Amministrazione, dell’Amministratore unico esterno con un funzionario comunale;
2. la riduzione del numero dei componenti del collegio di revisione contabile;
3. il ricorso a consulenze solo per i casi realmente necessari;
4. la necessità di non intraprendere la esternalizzazione a terzi di alcuni servizi della Spm, perché questo avrebbe determinato non solo l’aumento dei costi a carico del bilancio comunale (esempio il trasporto alunni), ma anche provocato l’eccedenza di personale;
5. la irrinunciabile attuazione di un piano pluriennale teso all’accompagnamento alla pensione di tutto il personale rientrante nelle disposizione dell’art. 4 della legge n. 92/2012.
A fronte di tali proposte e all’assoluta contrarietà della Cgil sia alla liquidazione della Spm (strumento che la G.M. intendeva intraprendere con le delibere del 2015 e del 2106) e alla conseguente esternalizzazione dei servizi e del personale sia al licenziamento anche di un solo lavoratore, l’Amministrazione comunale sulla SpM ha manifestato, in questi 2 ultimi anni, visioni non condivisibili, spesso frutto di letture impulsive rispetto alla gravità della problematica, e, in alcuni casi, assumendo in sedi istituzionali valutazioni nettamente contrastanti.
Solo qualche giorno addietro si è avuto l’incontro con l’Amministrazione comunale, la quale ha rappresentato, in presenza anche di un nutrito numero di lavoratori, il programma che intende avviare per la Società, sostenendo sostanzialmente la necessità di attuare, in particolare, 2 misure. La prima, quella di ridurre il costo del personale privilegiando esclusivamente un apposito piano di accompagno alla quiescenza del personale che nei prossimi 2 0 3 anni matureranno i requisiti previsti per la pensione. La seconda, una sorta di ristrutturazione societaria con la finalità di risparmiare e produrre economie attraverso una ri-configurazione del rapporto tra Comune e Società. E’ intendimento dell’Amministrazione promuovere un consorzio tra Comune e SpM per dar vita ad una nuova società che consenta di abbattere i costi fiscali a carico dell’Ente-comune. A questa nuova società andrebbero trasferiti i servizi e il personale, eccetto il servizio del depuratore che dovrebbe rimanere alla SpM.
Si tratta di una ipotesi di lavoro che potrebbe costituire una buona base di partenza, perché tale piano di intervento mette da parte l’eventuale falcidia dei posti di lavoro, in quanto la procedura di licenziamento collettivo, promossa dalla SpM, altro non è se non lo strumento per giungere ad un accordo tra le parti per definire il piano pluriennale (dal 2016 al 2019) dei possibili pensionamenti.
Su questo importante punto e su quello relativo alla ristrutturazione societaria, la Cgil è disponibile da subito e con celerità alla formalizzazione dell’accordo. Le eventuali ed imprevedibili virate della G. M su questioni e ipotesi non condivise sarà motivo di rottura delle relazioni sindacali.