La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola
Non fa molto freddo in questi giorni. E le temperature, ferunt, sono destinate ad alzarsi. Bene così.
Non occorre essere psicologi per sapere che con l’afa aumentano impulsività, ostilità e aggressività. Anche in Sicilia, nel sud est, in particolar modo nel primate ibleo (giurano gli antropologi di mezzo Mondo). Diciamolo. Il caldo eccessivo non aiuta il mantenimento dell’equilibrio psico-fisico. E neppure le nostre relazioni sociali. È un attimo: l’insofferenza per il caldo estivo si trasforma in antipatia per l’intero genere umano. Complici il sovvertimento dei nostri ritmi biologici, la perdita di sonno, il dormire poco e male e a frammenti spettinati, tra un ventilatore forsennato, un balcone spalancato (e oramai condominiale) e una zanzara in piena crisi ormonale.
Il fattore termico agisce sul nostro sistema nervoso (anzi, nervosissimo), così sensibile all’aumento di temperatura, al tasso di umidità e alle ore di esposizione alla luce. Così si allenta la nostra capacità, già precaria, di controllare gli stimoli ambientali negativi. Le altissime temperature e l’umidità agiscono sui sistemi neuroendocrini: ovunque i circuiti cerebrali risultano sovraeccitati (alzi la mano chi non l’ha notato in giro) e faticano i mediatori chimici che normalmente ci renderebbero calmi e rilassati. Forse.
È nota l’influenza della stagione estiva sulla ciclicità di alcune patologie psichiche, come depressione e bipolarità. E, meno grave, ma degno di nota è l’aumento di persone sofferenti di attacchi di panico. La sensazione di spossatezza, la fatica nel compiere anche le banali azioni quotidiane (come raccogliere l’indifferenziato, soprattutto oggi), i giramenti di testa, le difficoltà di attenzione innescano in soggetti già tendenzialmente ansiosi il sospetto che nel loro corpo stia accadendo qualcosa di irreparabile e seriamente minaccioso.
Col caldo il cervello appunto produce più cortisolo, l’ormone dello stress. Tra gli effetti sulla mente umana, si registra l’irritabilità, che è un sintomo depressivo, la vulnerabilità, il senso della non risolvibilità del problema che aumenta il senso di impotenza, la svogliatezza, il calo del tono dell’umore, la mancanza di energie, che è correlata alla mancanza di interesse per molte cose che in precedenza accendevano l’entusiasmo, un peggioramento degli stati d’animo, un’involuzione della vita sociale e del rendimento lavorativo (aggiungete a questo scenario la stanchezza conseguente a un anno di lavoro intenso), la percezione di irrealtà o di staccarsi da se stessi, i pensieri catastrofici riguardanti il timore di perdere il controllo (“svenire”) o morire (a causa di un infarto, ad esempio).
Tra gli altri sintomi, l’inappetenza (e lo scarso appetito in Sicilia è un sintomo pressoché impossibile).
Tuttavia non c’è ragione di preoccuparsi eccessivamente né di fare confronti con altre persone, che potrebbero apparire superficialmente più efficienti e più capaci di noi.
Insomma, il “riscaldamento climatico” genera ovunque tra di noi un grandioso “Inside Out” (più out che inside, a dire il vero).
Infine, voglio farvi dono di alcuni consigli non richiesti ma preziosi. Alle prime avvisaglie di spossatezza, sfiancamento e boccheggiamento angoscioso, fermatevi, prendetevi del tempo per voi, concentratevi su un’immagine fresca, gradevole, pulita, candida profumata: la scheda della doccia a pagamento in spiaggia (e il sogno che le schede non siano terminate momentaneamente in quasi tutti i rivenditori). E respirate lentamente con il diaframma e rilassate le tensioni, con tanta pazienza, abbassando il livello di adrenalina. Evitate litigi e discussioni su Facebook. Rifuggite dalle chat incandescenti di WhatsApp. Eludete le situazioni conflittuali: potreste sclerare per un emoticon di troppo. Evitate, quando possibile, di esporvi ad ulteriori agenti stressanti, come piantare un ombrellone sul bagnasciuga in un mezzogiorno torrido e ventoso. Non dovete pretendere dal vostro fisico più di quello che il vostro fisico può permettersi: il burraco serale in veranda con amici e familiari e il latte di mandorla e la tisana al tè verde di Pachino. Pianificate la giornata tenendo presente la realtà: uscite solo dopo le 20.50 di sera, giusto per trovare il supermercato ancora aperto.
E, soprattutto, se posso dirvi, non rinunciate mai all’ombra refrigerante e balsamica dell’ironia. Mai.