Ragusa Pride, parla il presidente di Arcigay Ragusa: “Fare comunità per i diritti di tutti e tutte”

Domani, sabato 29 giugno, a Marina di Ragusa si terrà il Pride, un evento atteso con una parata, momenti di riflessione e condivisione pubblica e, infine, un’esplosione di musica e festa. In vista dell’evento, abbiamo intervistato Andrea Ragusa, presidente di Arcigay Ragusa, per approfondire gli obiettivi e il significato di questo Pride.

Qual è l’obiettivo che volete raggiungere con il Ragusa Pride?

“Proseguiamo anche a ragusa questa ondata di Pride, in un anno in cui la Sicilia è la regione con il maggior numero di eventi del genere in Italia. In un periodo storico in cui qualcuno vorrebbe reprimere le piazze, scendere in piazza diventa fondamentale per esprimere liberamente le proprie opinioni. Il Ragusa Pride continua il lavoro già svolto ma si connota anche attraverso un documento fortemente antifascista (che vi proponiamo a fine di questa intervista), che abbraccia tutte le questioni riguardanti le minoranze che il Governo, lo Stato e a volte la società civile vorrebbero rendere invisibili. Portiamo le istanze della comunità in tutte le sue accezioni, ma anche quelle degli ultimi, dei migranti, delle persone con disabilità, con un occhio di riguardo anche al conflitto in corso in Palestina. Tutto ciò che sta accadendo ci riguarda da vicino, e dal popolo palestinese possiamo imparare proprio questo: fare comunità”.

Vale, questa battaglia, anche in ambito locale?

“Credo che il lavoro svolto sia positivo ma si debba continuare in questa direzione. Una difficoltà della società civile è quella di portare avanti le cause fino in fondo. Vediamo le adesioni dei comuni, delle associazioni, ma credo che questo sia un percorso che debba essere maggiormente costruito. Ho l’impressione che si facciano le cose più per convenzione che per convinzione, anche se sui Pride e su Ragusa Pride in particolare c’è un’attenzione importante da parte della società, delle persone e delle amministrazioni. Quest’anno, però, le amministrazioni non parleranno sul nostro palco. La politica, del resto, ha già molte occasioni durante le quali può parlare. Per questo daremo spazio alle associazioni che spesso non hanno voce. Un percorso che credo si debba fare è quello di rinuncia al privilegio. Anche io, da presidente di Arcigay Ragusa, devo rinunciare al privilegio di persona occidentale, di persona che ha tante libertà e tanti diritti, anche se ne mancano altri, con l’obiettivo di portare al Ragusa Pride tutte le battaglie e le richieste di persone che questo privilegio non l’hanno, che sono marginalizzate. Se questo, da parte di tutti, avviene per convinzione e non per convenzione, allora siamo sulla strada giusta”.

Sarà comunque anche una grande festa questo Ragusa Pride?

“Certamente, sarà una bella festa, ma saranno i diritti di tutti ad essere festeggiati. A volte notiamo una sorta di invidia nel vedere le nostre facce allegre e sorridenti, ma credo che l’allegria, il sorriso e la gioia siano armi politiche molto importanti e molto belle. I sorrisi possono fare tanto. Ci rimproverano di portare ai Pride circhi e carnevalate, ma credo che sia più utile essere sorridenti e festosi, piuttosto che avere sempre una faccia triste. Le persone LGBTQ+ sono felici col sorriso proprio perché spesso hanno purtroppo vissuto magari fasi della vita in cui sono state marginalizzate. Ed allora meglio i sorrisi, l’atmosfera di festa, forse anche qualche provocazione piuttosto che presentarsi con facce tristi. È molto bello essere protagonisti e questo protagonismo lo sperimentiamo”.

Cosa ne pensa dell’ultima uscita di Pillon che pretenderebbe la sospensione di uno spot dove viene rappresentata anche una coppia gay?

“È sempre un problema di rappresentazione. Finché ci rappresentano le Destre, coloro che vorrebbero metterci agli angoli della società, va bene. Se ci autodeterminiamo e ci rappresentiamo, questa cosa non va bene. Pillon è l’esempio di questo: vivi come ti dico io, non come vuoi tu. Il Pride di Marina di Ragusa, in programma questo sabato 29 giugno (QUI IL PROGRAMMA COMPLETO) si preannuncia dunque come un evento di lotta, riflessione e celebrazione. Una manifestazione di resilienza e inclusività, dove la gioia e il sorriso diventano potenti strumenti politici per rivendicare i diritti di tutti”.

ECCO IL DOCUMENTO DEL RAGUSA PRIDE 2024

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