RANDELLO, IL DEGRADO NON SIA USATO STRUMENTALMENTE COME PRETESTO

La malapolitica locale continua a degradare ed abbandonare le spiagge libere per poi giustificarne, agli occhi dei cittadini, la svendita ai privati.

Randello non va abbandonata a se stessa, il Comune ha l’obbligo di garantire la pulizia della spiaggia.

Purtroppo constatiamo che questo non avviene come dovrebbe, ma la cosa ancora più grave è che non avviene per precisa volontà di chi ci amministra.

L’incuria sembra essere un pretesto per giustificare agli occhi della cittadinanza la svendita di un bene comune.

Un patrimonio naturalistico come Randello andrebbe tutelato e valorizzato, non laciato in balia di se stesso. Bisogna avere il massimo rispetto per il bene pubblico, perchè appartiene a tutti noi, senza distinzioni di sorta. Ed è per questo che sosteniamo a gran voche che la spiaggia deve rimanere libera, selvaggia ed incontaminata; perchè solo così è unica e quindi preziosa. E questa ricchezza deve rimanere nella proprietà di tutti. Abbiamo a nostra disposizione un gioiello e lo vogliamo invece affidare a mani che non sono le nostre, mani avide che vogliono utilizzare quell’angolo di paradiso solo per far profitti, non certo per andare a vantaggio e nell’interesse di tutti noi cittadini.

Ed è così che anche a Ragusa, oggi come in passato, gli arenili vengono utilizzati alla stregua di merce di scambio. Il degrado sembra quasi venga studiato a tavolino per giustificare la svendita di un bene comune. Un fatto gravissimo. Chi di dovere se ne assuma tutte le responsabilità politiche del caso.

Noi non ci stiamo.

Se non comprendiamo che solo attraverso la difesa dei beni comuni si può vincere la piaga del degrado e del clientelismo più sfrenato, allora continueremo a vivere come schiavi in terra nostra. Succubi della nostra ignavia, impotenti davanti allo spregio continuo di porzioni sempre più rilevanti del nostro territorio.

Invitiamo pertanto tutta la cittadinanza alla mobilitazione permanente in difesa di Randello e della sua integrità.

In momenti come questi, quando c’è di mezzo l’interesse generale, è indispensabile fare fronte comune; rivolgiamo pertanto un appello accorato a tutti i consiglieri comunali, gi amministratori, i parlamentari regionali e nazionali, sensibili alle ragioni del nostro territorio, affinchè si muovano in difesa e a salvaguardia di quest’angolo di paradiso, fatto di dune, di sabbia e di mare.

C’è in gioco un bene comune, un patrimonio di tutti noi.

La politica faccia la sua parte, i nostri rappresentanti istituzionali, a tutti i livelli, si assumano le proprie responsabilità, senza tentennamenti e senza ambiguità.

Randello deve tornare libera, per il bene di tutti.