REFERENDUM COSTITUZIONALE: CONCLUSO SCRUTINIO IN PROVINCIA DI RAGUSA IL NO AL 68,26%

Alle 2 arrivano anche i dati finali relativi a tutta la provincia di Ragusa. Concluse le operazioni di scrutinio in tutte le 309 sezioni della provincia di Ragusa. Il No vince con il 68,26% con 98720 voti mentre il Si si ferma al 31,74% con 45896 voti. Circa 1400 le schede nulle e bianche mentre solo una scheda non è stata assegnata o è stata contestata. A recarsi alle urne sono stati 146037 votanti su 242837 elettori con una percentuale pari al 60,13% (Giarratana il Comune in testa con il 68% dei votanti). A Ragusa il No ha percentuali minori rispetto al resto della provincia e della stessa Sicilia. E questo nonostante sia roccaforte grillina.

IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA DI MATTEO RENZI
https://youtu.be/k9dNw94QvhM 

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All’1,43 arrivano i dati finali a Ragusa città. Concluse nelle 71 sezioni elettorali del comune di Ragusa le operazioni di spoglio delle schede per il Referendum costituzionale. Gli elettori che hanno votato per il Sì sono stati n. 13.919   pari ad una percentuale del  37,63 % , quanti hanno votato per il No sono stati invece n. 22.907  pari ad una percentuale del 62,37 %. Le schede bianche sono state n. 77,  quelle nulle n.232 .

Stravince il No anche a Modica. I NO al referendum Costituzionale sono 18.376 pari a 69,12 per cento. I SI 8212 pari al 30.88 per cento. Le schede bianche sono state 51, mentre quelle nulle 278. Sono stati 26.917 gli elettori di Modica che hanno espresso il loro voto, nelle cinquantuno sezioni della città, alle ore 23.00. Il dato finale esprime  una percentuale del 62,66 per cento. 
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Poco dopo l’una di notte, in provincia di Ragusa la percentuale del No è del 68,33% mentre il Si è al 31,67% con 262 sezioni scrutinate su 309. Dunque un dato che è in linea con il resto della Sicilia, con percentuali maggiori dunque di altre aree italiane, soprattutto al Nord. Il premier Matteo Renzi, prendendo atto dell’esito del voto, ha annunciato le sue dimissioni. Nel frattempo a livello nazionale Movimento 5 Stelle e Lega chiedono di andare subito al voto e annunciato, separatamente, di essere pronti a governare. Un dato interessante riguarda i voti che provengono dall’estero dove in vantaggio è invece il Si. 

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Alle 23 chiusura dei seggi con la percentuale votanti in provincia di Ragusa pari a al 60,09 degli aventi diritto al voto. Si profila anche in terra iblea la vittoria dei No. E’ questa la tendenza nazionale confermata dagli exit poll ma anche dai primi scrutini già disponibili. Il Si è al 32% e il No al 67% in provincia di Ragusa con lo scrutinio di 87 sezioni su 309Nel pomeriggio pausa di dieci minuti nei vari seggi elettorali per verificare la “bontà” delle matite utilizzate per votare. 

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Anche in provincia di Ragusa, sull’onda nazional-popolare delle condivisioni social del post del cantante Piero Pelù, sono stati segnalati alle forze dell’ordine alcuni casi di matite “cancellabili”. Stamani il cantante Pelù, tra l’altro notoriamente contro il premier Renzi, ha postato sulla sua pagina facebook alcune immagini riguardanti le matite utilizzate per segnare il Si o il No della scheda elettorale. Ha spiegato che ha usato la matita su un foglio e che è riuscito, con la gomma, a cancellare il tratto di matita. Le foto (che riportiamo nella gallery abbinata a questo articolo) hanno fatto il giro dei social creando il dubbio legittimo di brogli elettorali. Peccato che il cantante ha omesso di dire che se la gomma viene utilizzata sulla scheda elettorale, e non su un semplice foglio come ha fatto lui, la scheda verrebbe invalidata in quanto la scheda stessa è stampata in modo particolare e dunque una cancellatura creerebbe delle sbavature.

Anche il Comitato del No ha spiegato che non c’è alcun motivo di preoccupazione. 
Nel pomeriggio ha parlato, invitando alla calma, Anna Falcone, Vicepresidente del Comitato del No sul caso delle #matitecancellabili : “Ho parlato col Ministero dell’Interno. Le matite dovrebbero essere fatte in maniera che sulla scheda, a meno che il tratto sia leggerissimo, nel caso si tenti una cancellazione risulterebbe un solco e delle macchie di vari colori. È possibile ovviamente che alcune matite siano imperfette (le matite vengono acquistate con una gara e ovviamente non le provano tutte). Pur tuttavia ammettendo che in alcuni seggi le matite non siano perfettamente indelebili la presenza dei rappresentanti degli scrutatori e di Presidenti responsabili dovrebbe garantire che nessuno si metta a manomettere le schede. Sarebbe utile vigilare senza accrescere il caos. La possibilità remota che la matita non sia perfettamente indelebile non è una prova automatica di Broglio. Peraltro eccessivamente macchinoso nel caso. Pregherei tutti di mantenere la calma e limitarsi a vigilare responsabilmente. Facendo mettere a verbale eventuali anomalie”.

Insomma quanto ha affermato sui social il candidato Piero Pelù ha solo avuto l’impatto di creare allarmismo e disorientamento.

Alle 19 in provincia di Ragusa hanno votato il 48,24% degli aventi diritti al voto. Primo Comune per numero di votanti è stato il Comune di Giarratana con oltre il 56%, il più basso numero di votanti nel Comune di Vittoria, 41%.

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Alle ore 12 in provincia di Ragusa hanno votato il 14,08% degli aventi diritto. Il Comune dove si è votato di più è quello di Ragusa con il 16,23%. Si è votato di meno ad Acate con il 10,05%.

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Atti vandalici alla sede del Partito Democratico di Pozzallo. Ignoti hanno danneggiato nelle ultime ore l’insegna esterna del circolo “Pozzallo Democratica”. Si apre dunque in questo modo la consultazione referendaria in provincia di Ragusa. Questo l’amaro commento da parte del circolo Pd in questione: “A poche ore dal voto, anche a Pozzallo, come altrove, subiamo il vile attacco di chi pensa di usare la violenza con lo scopo di intimidire e denigrare chi, ogni giorno, si spende per migliorare la nostra società. Quando si usa la violenza, non si attacca la singola persona, ma la forza di un progetto, di una idea in grado di camminare sulle proprie gambe. Perché evidentemente la si teme. Se questo episodio, da un lato, ci rattrista per il senso di commiserazione che ci provoca nei confronti di chi lo ha compiuto, dall’altro ci forgia. Caparbi e temprati, nella resistenza. La resistenza delle idee. Con questa certezza, continueremo a camminare sulle nostre gambe ed a testa alta. Non ci piegheremo, né ora, né mai!”

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Per cosa si vota. Ecco il quesito referendario

«Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?» Si o No.

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LE RAGIONI DEL SI
Dal comitato Basta un Si:

Si vota per la riforma costituzionale o per tenersi la Costituzione così come è oggi. Si vota esclusivamente sui temi posti dal quesito. A differenza di quel che sostengono strumentalmente alcuni, la riforma non cambia i poteri del presidente del Consiglio e dell’esecutivo, né quelli del Presidente della Repubblica.

Ecco i principali punti della riforma.

Superamento del bicameralismo paritario, cioè di una Camera e di un Senato uno “doppione” dell’altro, investiti di stessi poteri e funzioni. Se vince il Sì, spetterà alla sola Camera dare o revocare la fiducia al governo; il Senato rappresenterà le autonomie (regioni e comuni). Se vince il No, restiamo l’unico paese europeo con questo sistema barocco, che rallenta la formazione delle leggi e determina il famoso e continuo “ping pong” tra una Camera e l’altra. Il ruolo del Parlamento sarà rafforzato, grazie alla limitazione del ricorso ai “decreti legge” da parte dei governi, ai tempi certi per l’approvazione delle leggi e allo Statuto delle Opposizioni.

Riduzione del numero dei parlamentari, dagli attuali 945 a 730. I deputati resteranno 630 deputati, i senatori saranno solo 100 e non percepiranno indennità. In più, l’Italia introduce un principio di civiltà, a 70 anni dal riconoscimento del diritto voto alle donne: la parità di genere nella rappresentanza nazionale e locale.

Contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, tra cui: eliminazione dello stipendio dei senatori; riduzione dei costi della struttura del Senato; abolizione definitiva delle Province; eliminazione dei rimborsi ai gruppi politici dei Consigli regionali e tetto alle indennità dei consiglieri regionali, che non potranno percepire più del sindaco del capoluogo di regione. La riforma garantirà un risparmio complessivo di 490 milioni di euro all’anno.

Soppressione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), un organo previsto dall’attuale Costituzione ma rivelatosi oggettivamente poco utile ai fini della formazione delle leggi e delle politiche pubbliche. In 57 anni il CNEL ha prodotto solo 14 disegni di legge, mai approvati. E’ costato più di 1 miliardo di euro.

Revisione del Titolo V della seconda parte della Costituzione, cioè ridefinizione e chiarimento delle competenze esclusive dello Stato e di quelle delle regioni, con eliminazione delle cosiddette “competenze concorrenti” e dei troppi conflitti. Questo vuol dire: cure sanitarie uguali per tutti; risparmio sulla bolletta energetica delle famiglie e delle imprese; tempi certi per la realizzazione di infrastrutture; una politica per il lavoro che contrasti efficacemente la disoccupazione; una migliore politica del turismo nazionale; la digitalizzazione degli uffici pubblici. Meno burocrazia vuol dire più democrazia e opportunità per tutti.

La riforma prevede l’obbligo di trasparenza per la pubblica amministrazione e aumenta la partecipazione dei cittadini alle scelte pubbliche: vengono introdotti i referendum propositivi, si abbassa il quorum per i referendum abrogativi e si prevede l’obbligo di discussione e di voto sulle proposte di legge di iniziativa popolare.

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LE RAGIONI DEL NO

Supera il bicameralismo? NO, lo rende più confuso e crea conflitti di competenza tra Stato e regioni, tra Camera e nuovo Senato

Produce semplificazione? NO, moltiplica fino a dieci i procedimenti legislativi e incrementa la confusione

Diminuisce i costi della politica? NO, i costi del Senato sono ridotti solo di un quinto e se il problema sono i costi perché non dimezzare i deputati della Camera? 

È una riforma innovativa? NO, conserva e rafforza il potere centrale a danno delle autonomie, private di mezzi finanziari.

Amplia la partecipazione diretta da parte dei cittadini? NO, triplica da 50.000 a 150.000 le firme per i disegni di legge di iniziativa popolare
È una riforma chiara e comprensibile? NO, è scritta in modo da non essere compresa

È una riforma legittima? NO, perché è stata prodotta da un parlamento eletto con una legge elettorale (Porcellum) dichiarata incostituzionale 

È il frutto della volontà autonoma del parlamento? NO, perché è stata scritta sotto dettatura del governo

Garantisce la sovranità popolare? NO, perché insieme alla nuova legge elettorale (Italicum) già approvata espropria la sovranità al popolo e la consegna a una minoranza parlamentare che solo grazie al premio di maggioranza si impossessa di tutti i poteri

Garantisce l’equilibrio tra i poteri costituzionali? NO, perché mette gli organi di garanzia (Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale) in mano alla falsa maggioranza prodotta dal premio