REFERENDUM, TENSIONI NEL PARTITO DEMOCRATICO

E’ sempre più alta tensione nel Pd dopo che Matteo Renzi ha accusato la minoranza di voler distruggere il partito.

L’ex segretario Pier Luigi Bersani non nasconde la sua amarezza soprattutto dopo aver sentito i cori che dalla Leopolda hanno evocato la spaccatura della sinistra democratica. Intanto il premier, attraverso la sua enews accusa il fronte del No di avere come obiettivo la spallata al governo mentre il ministro dell’Interno Angelino Alfano fa capire che: “Se vince il No le dimissioni di Renzi sarebbero un errore”.

“Bersani non stravolga la realtà ed eviti polemiche fuori luogo: Renzi non ha mai detto ‘fuori’ a nessuno”. Così risponde alle polemiche la vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani. “Da chi è stato segretario del nostro partito ci aspettiamo compostezza e proporzione anche nella dialettica più aspra. Chi ha ricoperto alte cariche ha il compito di rappresentare sempre al meglio il partito. Nel Pd si lavora e si dovrebbe sempre lavorare per l’unità, mai per dividere. L’auspicio è che questo intento sia saldamente condiviso, anche in queste ore, da Bersani”.

“Io scommetto che rimarremo insieme. Qualunque sia l’esito referendum io lavorerò per Pd. Non esco dal Pd neppure con le cannonate. Io voglio lavorare per costruire nel Pd un’alternativa. Io dico facciamo ‘il centrosinistra o pensiamo che l’accordo con Verdini e Alfano è per sempre”. L’ex capogruppo alla Camera Roberto Speranza critica anche l’accordo tra i democratici per le modifiche sull’Italicum dopo il referendum. “Questo è un pezzo di carta fumoso che non cambia l’Italicum, è uno ‘stai sereno’. Oggi c’è l’Italicum. Renzi poteva far sul serio, c’è una differenza tra ora e quando Renzi ha fatto sul serio fino in fondo. E la legge elettorale non è contentino per la minoranza”.

Giuseppe Raciti