“Ad anno scolastico già iniziato ovvero il 19 settembre scorso il Comune bandisce una gara informale, della durata di 45 giorni e per un importo di 137.360 euro, invitando alcune ditte. Il 15 ottobre il servizio viene affidato alla ditta Stefano srl nonostante le quattro condanne per violazioni delle norme sulla disciplina igienico-sanitaria, relativa alla preparazione e alla vendita dei cibi riportate sul casellario giudiziario della stessa. Un fatto questo – ricorda la Migliore – che non fu ritenuto ostativo dall’Amministrazione per l’affidamento del servizio”.
“In dicembre, sarà un caso, ma i Nas apposero i sigilli alla ditta, dopo la sommossa iniziata dai genitori e poi appoggiata dai consiglieri per la qualità del cibo e per non aver rispetto le norme igienico-sanitarie. Neanche quest’ultima vicenda, però, fece desistere il sindaco, che il 17 gennaio concesse la prima proroga alla ditta Stefano srl di Marco Stefano, peccato – precisa La Migliore – che la proroga fu concessa alla Stefano srl ma di Flaccavento Marco. Qualcuno aveva dimenticato di fare la voltura di inizio attività per il cambio societario, ma neanche questo scompose il sindaco. In febbraio – prosegue – venne approvato il nuovo bando per 91 giorni e per un importo di 505 mila euro, di cui 356 mila euro a carico del Comune e 148 mila a carico degli utenti. Nel frattempo viene concessa la seconda proroga sino al 31 maggio, è il 16 febbraio”.
“A questo punto – continua la Migliore – mi vidi costretta a presentare un’interrogazione per le procedure illecite della gestione del servizio suddetto. In quei giorni (16 aprile) la Stefano srl salì tristemente agli onori della cronaca per la vicenda della chiave inglese ritrovata nella minestra di un bambino, i genitori denunciarono il fatto ai carabinieri e questi avviarono immediatamente le indagini”.
“Alla luce di tutto ciò chiesi – ricorda la Migliore – tutta la documentazione relativa alla gara d’appalto della Stefano srl, mentre contestualmente sollecitai l’Amministrazione a revocare immediatamente la seconda proroga, consigliando al sindaco di utilizzare i soldi della proroga per distribuire dei buoni pasto ai bambini, così da salvaguardare la salute dei bambini e garantire il servizio di refezione, sino alla chiusura dell’anno scolastico. Naturalmente l’Amministrazione non fece nulla di tutto questo e proseguì per la sua strada. In quell’occasione feci pure notare coma la gara d’appalto, dei 91 giorni, era priva di copertura finanziaria. Tant’è che solo con la delibera 1231 del 4 07 2014 con sui si approva l’aggiudicazione alla ditta Stefano, si ricorre a ricordare che l’impegno spesa per la gara già aggiudicato nel prossimo bilancio, il che è illegittimo. Ma è lo stesso ad essere illegittimo, perché contravviene al comma 2 art 30 dgls 163/06. Anche in questo caso il sindaco fece finta di non capire e così grazie ad un ribasso del 25% la ditta Stefano si aggiudicò il servizio per il 2014”.
“E così giungiamo all’11 luglio con i ricorsi al Tar delle due ditte, che denunciano l’illegittimità del bando e l’erronea attribuzione del punteggio in favore della ditta Stefano. Inoltre, chiedono pure il risarcimento danni. Piccitto, lo scorso 15 luglio, si è visto costretto ad emanare una delibera di Giunta per l’autorizzazione a stare in giudizio e se il Tar annullasse la gara, cosa fa Piccitto? chi paga?”
“Nell’ultimo periodo – continua la Migliore – sono state ben 4 le autorizzazioni a stare in giudizio nei confronti dei 4 ricorsi al Tar. Il primo in merito al bando di concorso per i dirigenti a tempo determinato, poi ci sono stati i due ricorsi per il bando di igiene ambientale, uno della ditta Busso ed un altro presentato dagli operai dell’allegato “C”, ed infine questo sulla refezione scolastica”.
“Crediamo – conclude la Migliore – che il sindaco oltre a collezionare tutta una serie di ricorsi al Tar per i bandi “sui generis” che va pubblicando debba rivedere il modo di gestire gli appalti pubblici, perché o al Comune non sanno scrivere un bando e quindi sarebbe il caso che si informassero su come si fa oppure questi bandi sono talmente ‘personalizzati’ che automaticamente le gare vanno deserte e i ricorsi al Tar fioccano. Chiederò perciò l’accesso agli atti per verificare, nello specifico, i contenuti dei ricorsi, ma a questo punto penso che possiamo solo confidare nella Procura”.