Una signora che ha commentato la possibilità di ridare alla politica le decisioni riguardo ai tre milioni di euro ,per pagare le programmazioni artistiche de “IL Circuito del mito”, manifestazione plurimilionaria dell’Assessorato al Turismo, così si esprime “non sono d’accordo nel ridare potere ai politici, forse per aumentare i clientes, sicuramente se la classe dirigente fosse scelta sulla base delle competenze e qualificata ci sarebbero meno scandali“.
Il problema sembra contorto, in effetti è semplice: Crocetta, alla Regione, ha dato manforte alla dirigenza e ai dirigenti, dando la possibilità alla politica, ed ai politici di badare, e controllare le esigenze dei territori, e del territorio siciliano, evitando loro, così, di ridursi a fare quei piccoli piaceri, che si configurano nella creazione di “clientes”. Quel clientelismo così abietto, con l’abolizione dei privilegi della tabella H, che erano una torta da spartire tra gli amici dei politici, e con la decisione di delegare tutto alla Regione, ai bandi pubblici, si evita quel problema, che ha tanto afflitto la politica regionale, cioè il clientelismo, il diventare servi della politica, da parte delle Fondazioni, delle Associazioni, che hanno percepito centinaia di migliaia di euro per anni, a danno di chi, rivolgendosi onestamente ai bandi, e non volendo cadere nelle maglie della bassa politica, si è ritrovato escluso in quanto i fondi erano incentrati in quella Tabella H, dei favori e privilegi per alcuni utenti.
Già di questo dovrebbero essere contenti i politici, in quanto gli si offre una salita in politica, e non una discesa!
Il problema, però, assodato il fatto che competenze, e qualifiche dovrebbero caratterizzare la classe dirigenziale, quando ci saranno le nuove programmazioni del Turismo per l’estate, ad esempio, a chi si devono rivolgere gli artisti e le Compagnie, qual è il pensiero che sottostà alle programmazioni, dal momento che l’Assessore al Turismo, Franco Battiato, è assente, per motivi di lavoro. L’estate si avvicina, e di programmazioni non se ne parla neanche.
Ora, non vogliamo entrare nel merito di chi dovrà pagare i tre milioni di euro, ma vogliamo affermare un principio, quello degli artisti, delle Compagnie, di coloro che dell’arte hanno fatto una ragione di vita, e non lavorano da anni, dalla parte di chi si è visto escluso, ingiustamente, perché non rientrava nel circuito dei “mitici” amici.
Qui è il punto, e la questione: programmazioni aperte su curricula effettivi, e non secondo la logica dei vecchi sistemi di potere, su lavoro dimostrato, su investimenti dati al territorio.
Questa, semplicemente, sarebbe una Rivoluzione!