“I Consiglieri comunali hanno diritto di accesso a tutti gli atti che possano essere d’utilità all’espletamento del loro mandato, senza alcuna limitazione”. E’ quanto sancito dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 2716 del 2004 in base alle normative vigenti, ma al Comune di Ragusa ci si fa beffa di questo diritto per precisi scopi ostruzionistici. Da troppo tempo ormai, infatti, la sottoscritta attende che gli Uffici comunali diano seguito a numerose richieste presentate loro per ottenere documenti ai quali i Consiglieri devono poter accedere senza alcuna restrizione al fine di poter espletare il proprio mandato, e da almeno un anno attende che diano risposta scritta a un’interrogazione.
Sono ben quattro le richieste che ho presentato agli uffici, riguardanti l’affidamento di alcuni servizi a una Associazione, la gestione del canile municipale, la concessione di contributi alle strutture ricettive con i fondi della tassa di soggiorno, alcuni debiti fuori bilancio. La più recente risale a novembre del 2016 e la richiesta più vecchia è del marzo 2016. Ritardi nella consegna dei documenti che vanno dai 12 ai sei mesi, considerando che andrebbero consegnati entro 30 giorni.
Rifiutandomi di credere che il Comune non è in possesso di tutta la documentazione che ho chiesto, perché sarebbe di una gravità inaudita, devo purtroppo pensare che si tratta di un comportamento deliberatamente ostruzionistico che determina una situazione ancor più drammatica perché sfocerebbe in un reato penale. Più precisamente quello previsto dall’art. 328, comma 2 del codice penale, cioè omissione di atti di ufficio.
Stanca di subire quello che ritengo sia un vero sopruso, oltre che un ostacolo al legittimo lavoro di chi ricopre il ruolo di Consigliere comunale, come è successo altre volte in passato quando nonostante i solleciti ho dovuto agire con diffide e messa in mora tramite notifica dell’ufficiale giudiziario, mi sono vista costretta nuovamente ad adire le vie legali. Ho presentato una nuova diffida al sindaco e al Segretario Comunale che dovrebbero essere i garanti del rispetto dei diritti di ogni rappresentante istituzionale in seno al civico consesso. Diffida inviata per conoscenza anche al Prefetto di Ragusa e alla Procura della Repubblica.
E’ spiacevole dover informare la città di una tale situazione, ma è quantomeno bizzarro che in un Comune retto da chi ha fatto della ‘trasparenza’ uno dei propri cavalli di battaglia, ci siano dei Consiglieri comunali costretti a diffidare il Sindaco per ottenere che vengano rispettati i diritti e che i documenti su questioni che riguardano l’intera città vengano consegnanti garantendo proprio quella trasparenza di cui qualcuno fa gran vanto.