Ormai è accertato lunedì 5 dicembre Il Consiglio dei Ministri varerà le misure anticrisi non solo per l’Italia ma addirittura per l’Europa perché noi dobbiamo contribuire a salvare l’euro o si torna per noi alle vecchie lire. Speriamo di salvarla la moneta unica europea perché con la lira, come ricorderanno i nostri lettori più grandicelli, un giorno si ed un giorno no occorreva fare qualche piccola (alla fine grande) svalutazione in modo tale che il dollaro, anche allora moneta di riferimento, si apprezzava sempre di più sulle monete mondiali.
Con l’euro la galoppante svalutazione non è avvenuta e la comparazione con il dollaro, sia pure altalenante, non è mai avvenuta in maniera inflazionata anzi ci sono stati momenti in cui l’euro arrivava ad un vicinissimo 1,50 che è davvero troppo ma indicava una salute di ferro. Per le altre misure il segreto, una volta detto all’Europa cosa intendiamo fare, è crollato ed ora sappiamo che la manovra, pur non essendo lacrime e sangue è davvero pesante. Soprattutto pensioni, introduzione dell’Ici della prima casa e forse una patrimoniale leggera (certo i grandi patrimoni immobiliari e mobiliari non si toccano, come non si toccano le rendite finanziarie che, evasione a parte, sono attualmente tassate al 12 per cento mentre tutti (quelli però che non hanno queste rendite) auspicano che almeno si possa arrivare al 20 per cento come avviene nei paesi “civili” dove chi più ha più deve pagare.
Per lo sviluppo rivolgetevi ad altri quotidiani specializzati perché noi (scusate la modestia) non abbiamo capito come le risorse per la crescita si debbano prendere dalle pensioni e non da altre fonti come ad esempio dalla lotta all’evasione dove si stima che almeno 400 miliardi di euro siano il frutto di chi si nasconde al fisco. Non aspetteremo lunedì prossimo per dirvi altre cose sulla manovra ma in due giorni ciò che sapremo ve lo spiattelleremo sperando di non “spaventarvi”.