Quello delle malattie e delle cure da effettuare è un ambito particolarmente ostico di discussione. Si tratta, infatti, di scardinare abitudini e fiducia radicata, consuetudini che ci hanno abituato a concepire come verità assolute e supreme.
Eppure, sembra che sempre di più i confini tra medicina tradizionale e rimedi alternativi si stiano affievolendo, un po’ perché l’avvento di internet consente di acquisire maggiori informazioni e permette di avere un confronto con chi ha già passato l’inferno che ci attende, un po’ perché la fiducia nelle secolari istituzioni della “medicina” e della “farmacia” si va spegnendo lentamente.
Assistiamo a questo passaggio quasi inconsapevolmente, senza renderci conto che pochi anni fa si parlava di omeopatia, agopuntura e simili solo tra pochi eletti, nell’incredulità e anestesia generale.
Quello della salute, purtroppo, rappresenta un ambito facile su cui speculare e gli esempi di truffa imposta sono innumerevoli, basti pensare, nella più banale delle citazioni che, dopo anni di prescrizioni e assunzioni, una serie di farmaci di uso comune si sono riscoperti tossici e addirittura ritirati dal mercato. Un altro clamoroso esempio potrebbe riferirsi alla recente direttiva europea, approvata a settembre 2013 e in base alla quale, a partire da quel momento, in tutta l’UE, sul bugiardino, cioè il foglietto illustrativo, di determinati medicinali farà la sua apparizione un triangolo capovolto.
Un contrassegno che segnala a pazienti ed operatori sanitari quei farmaci per i quali i consumatori sono caldamente invitati a segnalare eventuali effetti collaterali inattesi.
La salute, purtroppo, si è trasformata sempre di più in un prodotto su cui guadagnare.
Nel novecento il concetto di scoperta scientifica si è fuso con quello di bene di consumo di massa, per cui la aziende farmaceutiche hanno imposto un nuovo modo di fare medicina pratica.
Per citare una fonte particolarmente autorevole: il vincitore del Premio Nobel per la Medicina, Richard J.Roberts, denuncia il modo in cui operano le grandi industrie farmaceutiche nel sistema capitalistico, anteponendo i benefici economici alla salute e rallentando lo sviluppo scientifico nella cura delle malattie, perché guarire non è fruttuoso come la cronicità.
Lo stesso Umberto Veronesi, noto chirurgo e oncologo, fondatore dell’associazione che prende il suo nome, direttore scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) ed ex Ministro della salute, in svariate interviste denuncia come nell’arco di un secolo i malati di tumore siano passati da una proporzione di 1 su30 a 1 su 3.
Quello della sanità, dunque, si conferma il più grande bacino di profitti economici per lo Stato e per i privati che operano in tal campo, i quali, dal canto loro, non si fanno trovare impreparati e si dimostrano subito pronti ad assorbire il colpo e sfruttarlo a proprio vantaggio, per esempio, provvedendo a “riconoscere” alcune cure alternative definite “dolci”, introducendo l’agopuntura fra le prestazioni erogabili dal Servizio sanitario nazionale, definendo l’omeopatia come “atto medico a tutti gli effetti” (Corte di Cassazione) e inserendo alcune medicine non convenzionali alla voce “prestazioni aggiuntive” della riforma ter.
Questi accorgimenti, definiamoli così, non mutano, però, la reale volontà di mantenimento della cronicità, dello stato di malattia. Semplicemente, le grandi industrie farmaceutiche, inizieranno a produrre anche farmaci “alternativi”.
Un metodo ancora più alternativo e rivoluzionario esiste e sta prendendo sempre più piede, non solo tra ex malati che ne hanno beneficiato, ma anche tra medici che cambiano registro, cambiano completamente prospettiva e lettura delle problematiche.
A dare avvio a questa rivoluzione è stato il medico tedesco Ryke Geer Hamer, specializzato in medicina interna e inventore. A lui si devono l’invenzione dello scalpello a taglio atraumatico utilizzato in chirurgia plastica, con lama 20 volte più sottile di quella di un rasoio, della sega speciale per ossa utilizzato in chirurgia plastica, del lettino da massaggio che si adatta automaticamente alla forma del corpo, come pure di un apparecchio per la transcutanea del siero.
Nel 1976 il dott. Hamer, con la moglie ed i suoi quattro figli, volle ritirarsi in Italia, per curare gratuitamente i malati nei quartieri più poveri, dal momento che i brevetti depositati delle sue invenzioni gli permettevano un reddito sufficiente.
Il 18 agosto 1978, alle tre del mattino il principe Vittorio Emanuele di Savoia, improvvisamente impazzito, sparò nel pressi dell’isola Cavallo al figlio del dott. Hamer, Dirk, che stava dormendo in barca. Per più di tre mesi Dirk lottò tra la vita e la morte e alla fine il 7 dicembre morì. Questa perdita inaspettata cambiò la vita del dott. Hamer e della sua famiglia. Poco dopo la morte di suo figlio infatti si ammalò di cancro ai testicoli. Lavorando come primario in ginecologia nella clinica oncologica universitaria di Monaco, gli venne il dubbio che la sua malattia potesse essere in rapporto allo choc della morte di suo figlio e quindi che il suo tumore al testicolo non fosse scaturito da una “cellula impazzita”, ma dovesse essere in relazione al cervello. Chiese ai suoi pazienti se anch’essi avessero vissuto un avvenimento terribile e scoprì che tutti, in effetti, avevano subito un evento traumatico prima di ammalarsi.
Nell’ottobre 1981, quando volle portare la sua scoperta ad una conferenza medica, il dott. Hamer fu richiamato dal direttore della clinica e posto davanti alla scelta di negare le sue scoperte o di lasciare la clinica. Non potendo certo rinnegare i dati da lui raccolti e verificati, conscio dell’immenso potenziale di beneficio per tutti i pazienti contenuto nelle sue scoperte, decide, suo malgrado di lasciare la clinica. Prima di partire riuscì a raccogliere i dati di tutti i suoi pazienti affetti da cancro ed i relativi risultati. Egli presentò quindi la sua ricerca all’università di Tubingen e Heidelberg, dove insegnava da diversi anni, allo scopo di verificare la fondatezza delle sue scoperte a livello universitario. Pochi mesi dopo i decani dell’università respinsero in circostanze misteriose le sue teorie sulla correlazione tra cancro e psiche, senza nemmeno verificarne l’esattezza.
Incurante delle opposizioni nazionale ed internazionali, degli attentati alla sua vita, dei 67 tentativi d’internamento psichiatrico forzato e alle campagne mediatiche calunniatrici, il dott. Hamer, dal canto suo, ha continuato l’assidua ricerca e verifica delle leggi biologiche da lui scoperte, indagato su più di 30mila pazienti e verificato in ogni caso l’esatta corrispondenza e fondatezza delle sue scoperte.
Infine, il 11 settembre 1998, presso l’istituto oncologico S. Elisabetta a Bratislava e il dipartimento oncologico di Trnava si è proceduto alla verifica delle cinque leggi biologiche della Nuova Medicina a livello universitario, trovandole perfettamente confermate. L’attestato universitario è scaricabile e consultabile su internet, ma le 5 Leggi Biologiche risultano meglio comprensibili a partire dalla lettura del libro “Grazie Dottor Hamer. Un anello mancante nell’evoluzionismo di Darwin: la causa ed il senso biologico delle malattie, dal raffreddore al tumore … non ancora per tutti!”. Di Claudio Trupiano, edito da Secondo Natura Editore, in particolare approfondisce il tema delle Leggi Biologiche.
Allo scopo di ricercare, studiare e promuovere la corretta applicazione delle 5 Leggi Biologiche, è nata l’Associazione ALBA, fondata nel 2003 e avulsa da qualsivoglia controllo o influenza religiosa e politica.
Le sue iniziative si espandono a diversi campi quali, la promozione di attività volte a far riconoscere le 5 Leggi Biologiche, intese come un nuovo modo di intendere ed integrare gli attuali fondamenti della medicina, considerando l’essere umano nel suo complesso di Psiche – Cervello – Organo. ALBA, altresì, organizza corsi di diversi livelli per medici e terapeuti che desiderano acquisire conoscenza e strumenti per avere un riferimento interpretativo e diagnostico preciso nel loro lavoro quotidiano.
In ALBA è presente un Comitato Scientifico composto da medici di diverse specializzazioni e da laureati in scienze della natura. Il Comitato Scientifico ha il compito di sviluppare gli studi di verifica e di approfondimento di cui all’oggetto sociale.
L’assunto è: Ogni malattia è causata da un trauma emotivo che ci coglie impreparati, ci prende in contropiede, un trauma che viviamo in solitudine e che non sappiamo come risolvere. Allo scopo di continuare la specie, l’uomo ha sviluppato col passare del tempo dei programmi biologici di sopravvivenza che sono diventati automatici e si sono inscritti nel suo cervello, nelle sue cellule.
L’intensità del trauma emotivo determinerà la gravità della malattia, mentre il tipo di emozione determinerà la localizzazione nel corpo. Quindi la malattia è un simultaneo squilibrio a livello psichico, cerebrale e fisico dovuto ad un trauma emotivo.
Senza conflitto non vi è malattia, rendersene conto è il primo passo verso la guarigione! Per capirne meglio ho fatto qualche domanda e riportato qualche diretta testimonianza.
La prima persona con cui chiacchiero è la dottoressa Iolanda Galletti, biologa, ecologa e promotrice di una eco psicologia, si interessa anche di studiare il territorio ibleo e siciliano.
Dottoressa Galletti, vuole raccontarci la sua esperienza?
Mi chiamo Iolanda G., ho 55 anni, sono biologa e specialista in ecologia. Sono insegnante di Scienze Matematiche, ma nel mio percorso ho avuto esperienze di informatore scientifico di farmaci ed esperienza di lavoro in laboratorio di analisi in ospedale. Pertanto ho una competenza scientifica che mi porta a valutare un percorso in maniera analitica e con la necessaria precisione. Nel 2006 dopo aver compreso la causa di alcune mie “patologie croniche e acute” derivate da conflitti, sono riuscita a risolverle e guarire. Posso fornire a chiunque lo desidera la dovuta documentazione (praticamente una pila enorme di radiografie, diagnosi, ecografie, ecc). Ma sono i fatti quelli che contano, e i fatti sono: “ io sto bene”. Prima la sinusite e la tosse cronica, cui sono seguiti anche tre interventi al setto nasale, poi la gastroesofagite, che ha comportato l’assunzione del gastroprotettore per diversi anni, senza alcun miglioramento.
Nel 2004 comincio a avere problemi di deambulazione e il tutto culmina con una diagnosi di fibromialgia.
Le cure prescritte sono pesantissime, ma la soluzione radicale arriva quando leggo Hamer.
Nel 2002 diagnosi alla tiroide di nodulo misto (cisti con colloide al suo interno) a sx e nodulo misto a dx. Mi prescrivono tirosint che prendo regolarmente.
Ma dal 2006 comincio a comprendere anche in questo caso la causa conflittuale e qualcuno direbbe “quasi miracolosamente” il nodulo di sx sparisce. Nel 2009 in prossimità dell’areola mammaria destra cisti di 5 mm con area sospetta di 3 mm con cono posteriore ipoanecogeno meritevole di approfondimento mammografico.
Il medico è allarmato, io no perché conosco la medicina di Hamer, oramai ho verificato tante e tante volte, giorno, dopo giorno. Non approfondisco un bel niente, so bene qual’è il conflitto. I conflitti non li possiamo evitare, ci insegnano a vivere, ma ho imparato a comprendere e controllare le mie emozioni, ho imparato ad essere flessibile, ho imparato soprattutto a non avere paura. In poche parole dopo un anno e mezzo rifaccio l’ecografia e la cisti è sparita. Ma anche se fosse rimasta sono sicura che non avrebbe avuto mai il decorso previsto dalla medicina ufficiale che spesso è causato dalla paura del brutto male, dalla diagnosi infausta, dall’etichetta che gli altri e noi stessi ci affibbiamo di “malati”.
Come si comprende la reticenza generale?
Ma non mi illudo, passeranno ancora molti anni. Galileo Galilei insegna.
Avendo lavorato come informatore del farmaco conosco bene certe dinamiche, i protocolli, la ricerca sui farmaci, la sperimentazione, l’approvazione e la registrazione di un farmaco, in poche parole il business.
Se si considera evoluta una società che inventa un virus H1N1 per vendere vaccini, allora siamo ancora all’età della pietra.
Se si considera corretta una informazione che non fa scattare lo scandalo mediatico per quel virus, siamo ancora all’ABC dell’informazione.
Ma sicuramente è più facile farlo scattare per la medicina di Hamer che non promuove grandi interessi economici, ma che piuttosto, per forza di cose, da fastidio al business del farmaco.
E la diffidenza di chi, invece, non ha gli strumenti conoscitivi necessari e non ha interessi di speculazione. Insomma, la gente comune che, piuttosto, ha tanta voglia di scansare la sofferenza?
A parte il problema dell’informazione in sé, la mia personale esperienza di confronto ha dimostrato che la paura e il dolore sono due fortissime recidive. Innanzi tutto su Internet vi sono moltissimi documenti che vogliono smentire e screditare Hamer, alcuni chiamo in causa aspetti puramente politici, ed è ovvio che chi non lo ha studiato profondamente non è in grado di fare n distinguo sulle falsità e le verità o, comunque,di interpretarle nel contesto adeguato. In secondo luogo, non si deve concepire propriamente come una “medicina alternativa”, quanto come una integrazione, un continuum della medicina ufficiale, funzionale alla risoluzione sintomatica. Hamer era un integralista e, nel frattempo, le evoluzioni della sua teoria sono state innumerevoli. Dunque, spesso, anche i medici ufficiali, consapevolmente o no, ne fanno uso, senza poterlo sbandierare ai quattro venti, pena la radiazione. Ad ogni modo, elemento imprescindibile e fondamentale, è la convinzione e motivazione personale ad affidar visi. Il principale problema da risolvere è la gestione del dolore. Il dolore è regressione e di fronte ad esso necessiti di certezze. Le leggi biologiche sono un difficile terreno di gestione del dolore, della diagnosi che aumenta la paura e, soprattutto, della immensa solitudine che la condizione impone.
Si ci creda o no, un dubbio si insinua inevitabile: Fino a che punto le nostre aspettative di guarigione possono innescare un vero e proprio miglioramento terapeutico nel nostro corpo?
La sola credenza che qualcosa possa aiutarci a stare meglio può indurre un effetto curativo? Avere un atteggiamento mentale positivo può influenzare il corpo al punto tale da migliorare il decorso di una malattia fino alla guarigione?