Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di una famiglia che invita l’acquirente di una casa all’asta a ripensarci:
“Stiamo per perdere la nostra casa. Tra qualche giorno, l’ufficiale giudiziario busserà alla nostra porta e ci intimerà di lasciare la nostra casa. La nostra casa costruita con tanti sacrifici dai nostri genitori è stata venduta all’asta ed acquistata, il 29 maggio scorso, da un nostro concittadino, B. C., della chiesa evangelica pentecostale “Parola della Grazia” di Comiso.
Nell’immediatezza del fatto, alcuni giorni dopo, alla presenza di alcuni testimoni, il signor B.C. si era detto dispiaciuto di aver acquistato la nostra casa, ci ha detto di non sapere che la casa acquistata all’asta fosse la nostra (possibile? Conosceva la nostra famiglia e gli eravamo stati vicini in alcuni momenti) ed aveva manifestato la volontà di permettere il riacquisto ad un nostro familiare, dietro il pagamento di quanto da lui versato, spese giudiziarie ed oneri procuratori inclusi.
All’inizio di agosto, grazie al sostegno della Diocesi di Ragusa, alla disponibilità di vari enti, associazioni e istituti bancari, abbiamo potuto avere la disponibilità della somma che poteva permetterci il riacquisto della casa. Ma, a quel punto, l’acquirente ha preferito fare una scelta diversa, asserendo che il tempo trascorso (poco più di due mesi) era stato troppo lungo rispetto alle sue esigenze.
In tanti, in questi giorni, ci hanno espresso solidarietà ed hanno provato ad aiutarci. Molte persone di Comiso ed esponenti di varie chiese evangeliche ci sono stati vicini. Ma la situazione non cambia. Ci dicono che il 23 settembre 2019 l’ufficiale giudiziario arriverà a casa nostra e la dovremo lasciare per sempre. Ma in quella casa abita nostro padre, disabile, affetto da varie patologie croniche invalidanti, e mia madre, entrambi avanti negli anni. Ma vive lì anche la loro figlia, con una bimba di 6 anni.
Non abbiamo alternative. Non sappiamo dove andare.
Facciamo ancora una volta appello a B. C., alla sua comunità “La Parola della Grazia” di Comiso, all’apostolo L. P., al vertice del network delle chiese Parola della Grazia in Italia, ai membri delle loro comunità.
Facciamo appello a voi, al vostro cuore di cristiani, perché non si consumi, a nostro danno, questa ingiustizia. Nel rispetto delle leggi, e pur sapendo che la procedura esecutiva contro di noi è stata formalmente e sostanzialmente corretta, chiediamo di ravvedervi e di non scrivere questa pagina brutta e dolorosa. Chiediamo a B. C. di non metterci sulla strada. Se desisterà dal suo intento e tornerà sui passi della sua disponibilità di consentire il riacquisto della casa da parte di un nostro familiare, avrà la nostra infinita gratitudine, ma sopra tutto, la benedizione di Dio per questo gesto buono”.
Pubblichiamo anche il messaggio di solidarietà della Chiesa Metodista di Scicli:
“La Chiesa Metodista di Scicli esprime profonda solidarietà e vicinanza nel Signore alla famiglia R. di Comiso, che rischia di perdere la propria casa, vittima di una difficile situazione. Lo Spirito dell’Evangelo è spirito di solidarietà, accoglienza e sostegno a chi vive condizioni di fragilità. I metodisti di Scicli, fedeli alla loro tradizione di intervento sociale sul territorio, pregano per la famiglia R. e per la conversione di quanti, coinvolti nella vicenda, trovino il coraggio di tornare indietro sui propri passi per seguire il Signore degli ultimi. La chiesa metodista chiede a nostro Signore di ispirare in tutti e tutte noi e in quanti hanno responsabilità di governo e amministrazione azioni e decisioni tese ad abbattere le disparità e a sostegno degli ultimi della Terra”.