Risponde il PD

Il prof. Giorgio La Rocca ci ha fatto pervenire la seguente lettera che pubblichiamo com’è nostro costume e nostro dovere integralmente riservandoci di rispondere magari domani

Gentile Direttore, in seguito alla nostra interlocuzione telefonica e alla sua nota pubblicata il 17/05/2010 su Tv Progress. in riferimento alla presunta riunione e azione carbonare di una parte del Partito Democratico, lei è meritevole almeno di due cose: anzitutto delle nostre scuse per non aver ricevuto l’invito ad essere presente alla conferenza stampa di sabato mattina e, in secondo luogo, di una spiegazione personale e mirata del senso di quella conferenza stampa, considerato che, per una nostra inadempienza, lei non ha potuto ascoltarne le ragioni e i motivi assieme agli altri giornalisti. Per ciò che concerne il primo disguido, ovviamente non era nostra intenzione escludere nessuno; il nostro interesse, semmai, è che al nostro incontro fosse data ampia pubblicità. La sua assenza -e forse quella di qualcun altro- è dovuta al semplice fatto che il responsabile per gli inviti e le convocazioni ha avuto qualche problema tecnico e organizzativo che ha dovuto risolvere come meglio ha potuto e, come avviene sempre in questi casi, alla meno peggio. Su questo non si può dir altro che “speriamo che non accada più!”Il secondo aspetto è altrettanto importante. I due gruppi del Partito Democratico – quelli che per capirci fanno riferimento al consigliere comunale Calabrese e al consigliere comunale Distefano e alla prof.ssa Cascone del Pd di Ragusa- promotori della conferenza stampa, non hanno inteso e non intendono intraprendere nessuna azione carbonara, né creare una corrente interna per ingannare qualcuno. Come lei giustamente fa capire, democrazia e carboneria non vanno d’accordo, o c’è l’una o c’è l’altra; i processi politici, però, anche quelli del nostro piccolo PD di Provincia, vanno compresi ed è anche mia responsabilità tentare di renderne conto. Nessuno di noi è un carbonaro per il semplice fatto che in Italia si ha ancora la possibilità di gestire pubblicamente le azioni politiche non gradite ai poteri costituiti a qualsiasi livello e di darne ampia pubblicità. Mi si permetta, anche, di spendere qualche buona parola per la carboneria di cui, politicamente, siamo tutti figli. Agli inizi dell’Ottocento, i sovrani “legittimi”, vittoriosi su Napoleone, intesero riportare gli assetti e gli equilibri europei al periodo precedente la Rivoluzione Francese, negando la possibilità di fondare gli Stati e i governi sulle costituzioni ed eliminando quei diritti civili che nell’arco di qualche decennio erano stati acquisiti: era la “Restaurazione”, un tentativo reazionario di negare ogni novità presentatisi a quei tempi. In un contesto tale, di divieto di libertà di stampa, di pensiero ed espressione, l’alternativa politica poté esprimersi solo nella forma della clandestinità, ma è in quei gruppi che furono elaborate le idee liberali che condussero ai moti del 1820, del 1830, del 1848, alla Giovine Italia di Mazzini, all’unità d’Italia, agli stati contemporanei fondati su Costituzioni e Statuti, di cui oggi nessuno vorrebbe fare a meno. È vero che democrazia e carboneria cozzano l’una contro l’altra, ma si tratta di capire che a volte le cospirazioni politiche segrete non nascono per indebolire la democrazia, ma sono il frutto di poca democrazia. Quando si sospettano tendenze carbonare o cospirative, e lo ricordo anzitutto a me stesso, bisogna anzitutto chiedersi se, forse, non si viva in contesti di democrazia che rischiano di essere solo formali. La decisione presentata alla stampa sabato mattina non ha il senso del voler gabbare nessuno, per il semplice fatto che ancor prima della presentazione della liste al circolo cittadino si era stabilito con l’accordo di tutti che il candidato alla segreteria cittadina di Ragusa dovesse essere scelto tra gli esponenti della cosiddetta “mozione Mattarella”, la cui maggior percentuale si trova allo stato attuale nella lista “Per Ragusa”. Nella città capoluogo sono state presentate due liste: una della cosiddetta “mozione Mattarella”, la lista “Per Ragusa”, ed un’altra, la lista “Uniti per unire”, in cui vi è parte dell’altro gruppo della cosiddetta “mozione Mattarella”, le due componenti della cosiddetta “mozione Lupo” e la cosiddetta “mozione “Lumia”. Una parte della “mozione Lupo”, quella che per intenderci ha presentato la mia candidatura a livello provinciale, previa consultazione con larga parte dei propri elettori, ha deciso di portare avanti alcune idee che, al momento, possono avere maggiori possibilità di riuscita appoggiando la lista “Per Ragusa”.  Non si tratta di congiure, ma del desiderio forte di mischiare e “smazzare” le carte prima che inizi il gioco. Di certo, in qualsiasi organismo di potere la tendenza all’auto conservazione è forte, e rispetto alle novità che si stenta a far emergere si spera di contribuire anche con questa decisione presa, di modificare qualcosa nella gestione del partito; e di certo non per dire: “Togliti tu che mi ci metto io!” e lasciare che tutto resti come prima.  Dunque, caro Direttore, spero di essere riuscito a contribuire nella riflessione con i suoi e nostri lettori che non si tratta di forme estremistiche, di boicottaggio contro nessuno o di semplice vicende di riassetto, ma il desiderio forte di vedere realizzato ciò che il Partito Democratico promette; questo sì che lo si vuole e lo si vuole con forza e determinazione.