RITARDO NELL’APPROVAZIONE DEL RENDICONTO 2015 E DEL BILANCIO DI PREVISIONE 2016

Gentile signor Sindaco,

 

ho letto su «La Sicilia» di giovedì 23 giugno, della sua reazione nei confronti della Regione Siciliana che ha nominato due (in unica persona) commissari ad acta per l’approvazione del rendiconto 2015 e del bilancio di previsione 2016. «Il 30 giugno», riporto quanto da lei dichiarato, «ci vediamo tutti a Palermo: con l’Anci andremo ad occupare Palazzo d’Orleans contro le assurdità di una Regione che nomina e paga commissari ad acta per risolvere un problema che lei stessa ha creato».

A determinare il ritardo, ma non spiega se parla del rendiconto 2015 o del bilancio di previsione 2016, è stata ed è la stessa Regione che «non ha ancora fatto il decreto per i trasferimenti, né per quelli ordinari né per quelli relativi agli investimenti. Cosa dovremmo scrivere in bilancio? Per altro siamo tenuti a fare un bilancio armonizzato: non possiamo andare per approssimazione e non si tratta di somme qualsiasi». Dal riferimento al bilancio armonizzato, gli addetti ai lavori possono capire che si riferisce al bilancio di previsione 2016. La giustificazione, se si potesse far valere, servirebbe a spiegare il ritardo di esso; non spiega il ritardo del rendiconto 2015.

In questo momento, dunque, il Comune  soffre per due omissioni: la mancata approvazione del rendiconto 2015 e la mancata approvazione del bilancio di previsione 2016.

 

Il rendiconto 2015 è la sintesi di atti di amministrazione storicamente avvenuti; un ritardo qualsivuole, quindi, rappresenta l’ammissione di atti non propriamente, solo sotto il profilo contabile per carità, ponderati. Quello che gli uffici debbono riportare sono uscite, entrate storicamente definite e risultato finale di gestione. Non si può, dunque, affermare che il ritardo dipende dal governo regionale.

In base agli articoli 151 e 227 del decreto legislativo 267/2000, il consuntivo, avrebbe dovuto essere approvato dal Consiglio comunale entro il 30 aprile 2016. L’Amministrazione è stata invitata a comunicare gli estremi della delibera di approvazione prima con una circolare assessoriale del 14 marzo 2016, poi con la circolare n. 6 del 6 maggio successivo. Lei non ha aderito all’invito, violando la legge. Il suo, qualunque sia la ragione che vorrà o potrà sostenere, non è un bell’esempio.

 

Anche la scadenza del bilancio di previsione è stata fissata al 30 aprile 2016. Neanche questa è stata rispettata, per cui l’assessore regionale agli enti locali, in base all’articolo 109 bis dell’O.R.EE.LL., ha nominato dei commissari ad acta per le delibere omesse. Per Modica è stato nominato il dottor Antonio Garofalo. Il suo mandato è far approvare sia il rendiconto 2015 che il previsionale 2016. Se il Consiglio comunale, entro precisi termini, non procede all’approvazione, sarà sostituito dal Commissario e, subito dopo, sarà sciolto. Se fosse un problema di termini tutto si risolverebbe con qualche giorno di lavoro della Ragioneria, della Giunta e del Consiglio. In realtà la complicazione per cui il bilancio di previsione non è stato sottoposto ad approvazione è perché, riferisco sue dichiarazioni, «la regione non ha ancora fatto il decreto per i trasferimenti, né per quelli ordinari né per quelli relativi ai trasferimenti», per cui non si conosce questa importante posta attiva di bilancio. Che scrivere? si domanda.

Al primo impatto il suo discorso convince ma, se ci si pensa su, non è poi come lei dice. Anzitutto perché la Regione ha approvato, per carità solo qualche settimana fa, il suo bilancio e ha appostato 340 milioni per i trasferimenti ai Comuni. La stessa cifra dell’anno scorso, per cui si può, per comparazione, ritenere che il trasferimento finanziario per Modica si aggirerà intorno all’importo del 2015. Il bilancio previsionale, dunque, si può stilare. Corre voce che i 340 milioni stanziati non esisterebbero e che al massimo la posta è coperta solo per 105 milioni. A quale delle due cifre riferirci? La mia risposta è che ci si deve riferire a quella ufficiale. La cifra c’è e dunque un bilancio si può ipotizzare. Per il resto sarà la Regione ad assumersi le responsabilità che le spettano. Lei intanto, se avesse fatto approvare il bilancio, potrebbe dire di avere rispettato la legge. A me pare che tra Regione, sofferenze dei Comuni, incompetenza degli uffici, 200 Comuni commissariati siano troppi.

V’è di più. Se lei avesse rispettato la scadenza di entrambi gli adempimenti oggi potremmo usufruire del 50% del Fondo di solidarietà (Nota del Ministero dgli Interni dell’8 giugno). Ciò le avrebbe consentito di pagare gli stipendi dei dipendenti della SPM, delle Cooperative e della ditta Puccia, arretrati di 4 mesi.

 

Le chiedo, dunque, di illustrare a me, quale rappresentante dei cittadini che vogliono sapere, quali sono in dettaglio le vere ragioni del ritardo nell’approvazione del rendiconto 2015 e del bilancio previsionale 2016.

 

Osservo che coloro, come lei, che esercitano l’ufficio politico, hanno un senso distorto della legge. Tutti gli anni, infatti, assistiamo all’applicazione di due pesi e due misure: uno per il cittadino ed uno per gli enti pubblici e per chi ne esercita le funzioni. Se scadono dei pagamenti, i cittadini vengono vessati sino al punto di doversi, è capitato anche questo, suicidare; se, invece, sono i politici che non possono rispettare una scadenza, c’è sempre pronto un decreto per farla spostare in avanti. Non le sembra indice di mal costume? Quando sbaglia un cittadino si fa pagare? E perché non dovrebbe pagare il rappresentante delle istituzioni, a partire dall’esecutivo nazionale e dalle Regioni, sino a giungere ai Comuni?