ROMA (ITALPRESS) – “Il bilancio complessivo di queste rivolte e’ di oltre 40 feriti della polizia penitenziaria e di 12 morti tra i detenuti riconducibili, dai primi rilievi, all’abuso di sostanze sottratte alle infermerie prese d’assalto nei disordini”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, nel corso delle comunicazioni al Senato sulle rivolte scoppiate nelle carceri nei giorni scorsi. “Si tratta di fatti che sono all’attenzione della magistratura e ancora in via di definizioni. A Foggia il 9 marzo, intorno alle 9 hanno cominciato la rivolta appiccando il fuoco a lenzuola e materassi, danneggiando suppellettili all’interno delle camere, attivando l’intervento della polizia penitenziaria – ha spiegato -. Nel frattempo un numero consistente di altri detenuti, circa 200 che erano nel corridoi di passeggio a colloquio con il comandante, in massa imboccavano il corridoio verso l’uscita del reparto”.
“Durante il percorso forzavano i cancelli delle sezioni favorendo l’uscita di altri detenuti e dopo un tentativo di raggiungere la direttrice, tentavano, fallendo grazie all’intervento della polizia penitenziaria, scardinavano il cancello interno della porta carraia. Riuscivano a vincere le resistenze della polizia penitenziaria e si portavano fuori dalle mura premetrali in 72, successivamente 56 di loro sono stati riportati in carcere. Allo stato risultano latitanti 16 detenuti che erano soggetti a misure di media sicurezza. Risultati gravi danni strutturali”.
“E’ evidente che tanti detenuti siano preoccupati, soprattutto in condizioni di sovraffollamento, dell’impatto del coronavirus sulla propria salute – ha spiegato il Guardasigilli -. Fin dalle prime avvisaglie dell’epidemia il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria si e’ mosso per salvaguardare la salute e la sicurezza di tutti coloro che lavorano e vivono in carcere”.
(ITALPRESS).
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