ROSARIO CROCETTA E LA LOTTA DELLE DONNE PER LA DOPPIA PREFERENZA DI GENERE

Incontrare Rosario Crocetta è come rivedere un vecchio amico, che parla la tua stessa lingua, che percepisce il mondo come lo si guarda, da parte della gente perbene, come lo si interpreta, al di là degli schemi partitici, al di là dell’appartenenza politica, che diventa secondaria, rispetto alle idee, che porta avanti, ai suoi circoli, e comitati, che pongono il dito sulla piaga della politica,oggi, dei partiti, la mancanza di partecipazione. Come egli partecipa alle manifestazioni, scevro da schemi precostituiti, da arie, e toni fastidiosi, da Presidente, Rosario Crocetta parla la lingua della gente comune, della trasparenza, dei tagli agli sprechi, alla politica, delle denunce ai bandi sospetti, e altro.
Questo si deve ,anche, all’uso di una lingua, l’italiana, mista a parole familiari del siciliano, per cui questi diventa immediato e simpatico a tutti. Parole come “magiobbia”, usato peraltro anche alla Rai, qualche settimana fa, “Scassapaghiaro”, e altro, colorano un pensiero singolare. In un momento in cui è difficile trovare persone, politici le cui parole riflettano il loro pensiero  autentico, il neo presidente sembra un’eccezione, che vorremmo facesse la regola.
E’ proprio Rosario Crocetta a comunicare, che la legge sulla Doppia Preferenza di Genere passerà all’Ars. La Regione Sicilia sarà la prima a recepire per i Comuni, e le Province la legge, per cui il voto sarà doppio, un uomo e una donna. Sarà più facile fare politica, non solo secondo la linea dei contenuti, secondo il lavoro sui giovani , e sulla società, ma come protagoniste della politica. Quindi le stesse  quote rosa, che hanno visto le donne in lista per servizio, in quanto collocate  nelle liste come riempitivi, saranno in essere. Questo fatto significa molto, significa una rivoluzione civile, e politica. Non è una questione di lotta, semplicemente, ma di pari dignità, auspicata, tra l’altro ,da tre articoli della Costituzione, ma mai messa in atto.
Crocetta ci riceve, prima e dopo la sua fitta relazione, stanco, ma entusiasta dell’aver condotto con le donne una lotta, che ci ha viste perdenti ,finora, dal momento che quando la legge doveva passare all’Ars , per la Regione, è stata bocciata da “illuminati” politici, al di là della loro appartenenza ai partiti, proprio perchè le donne rappresentano un pericolo al “poltronificio” maschile.
Per noi donne, però, questa legge significa altro, non poltrone da riempire, ma fare politica da protagoniste, in prima persona.