“Le 80 mila euro che vogliono destinare alla costruzione della rotatoria e degli interventi collaterali, li usino per la cultura. Ci sono tante belle iniziative che andrebbero potenziate, penso ad A Tutto Volume, o a Festiwall, ci sono tanti giovani che hanno belle idee, ma non certo per una rotatoria che sfiora il ridicolo, in una piazza che, in ambito nazionale e internazionale, è riconosciuta come uno dei simboli dell’architettura del Novecento”.
E’ amaro il commento dell’architetto Silvia La Padula, nipote di Ernesto La Padula, il progettista di piazza Libertà. Lei ha scelto di vivere in provincia di Ragusa, lasciando dunque Roma e Milano dove ha operato in passato. “Amo questa città e vorrei vederla risorgere – dice – Purtroppo c’è poca attenzione alla bellezza di questa città e mi spiace perché siamo dinnanzi ad un tesoro che viene usato ma senza proteggerlo. Lo si fa solo perché si deve e non perché lo si ama davvero. E questo mi sembra assurdo”.
Poi nel merito del nuovo intervento viabilistico, che ha già trovato le dure critiche dell’Ordine degli architetti e della Fondazione Arch, Silvia La Padula auspica piuttosto che si intervenga in altre aree della città. “Condivido pienamente il pensiero dell’Ordine degli architetti – dice Silvia La Padula – E’ una piazza storica che ha un senso nella sua completezza, era legata al nazionalismo e così va lasciata perché rispecchia quell’epoca. Non servono ulteriori interventi. Si concentrassero piuttosto su tutte le oscenità di una Ragusa costruita in modo sconnesso e veloce, la parte nuova della città. Forse il pensiero dell’amministrazione comunale dovrebbe andare verso la riqualificazione di quelle zone dove non esistono viali alberati, piazze, punti di aggregazione. Anzi auspico che Italia Nostra e la Soprintendenza vigilino su questo intervento di piazza Libertà e soprattutto sulle prospettive future. Panta rei, tutto scorre. Toccherà alla prossima amministrazione smantellarla visto che non si può pensare di potenziare l’idea da incrocio stradale di una piazza che ha la sua continuità monumentale. Confido dunque nelle nuove generazioni”.
fonte La Sicilia – Michele Barbagallo
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