Marito e moglie all’ora di pranzo di ieri rientravano dal mare e percorrevano la strada provinciale Santa Croce Camerina – Comiso; mentre, di passaggio, transitavano davanti al loro appezzamento di terreno, all’altezza del cancello d’ingresso notavano dall’esterno sette grandi sacchi, di colore bianco e blu, pieni e legati alla loro estremità superiore, sistemati sotto gli alberi di carrube. Si fermavano ed entravano all’interno attraverso il cancello. A quel punto notavano due uomini, extracomunitari, arrampicati su un albero di carrubo intenti a raccoglierle. Chiesti loro chiarimenti, gli veniva risposto che erano stati incaricati del lavoro da altre due persone che erano a pochi metri di distanza. Questi altri due rispondeva di non essere lì a rubare nulla ma che dovevano guadagnarsi la giornata.
I proprietari, si qualificavano come tali e rappresentavano che non avevano incaricato nessuno di raccogliere i frutti dal loro fondo, tuttavia intuita la situazione li invitavano ad andare via, portando via una parte di ciò che avevano raccolto.
Gli stranieri, tuttavia, diventavano minacciosi ed uno rispondeva “me li devo portare tutti e sette i sacchi, anzi stai attento!” e gli si avvicinava quasi a cercare il contatto fisico brandendo un coltello che teneva nella mano sx. A quel punto, per paura che la situazione potesse degenerare la coppia di coniugi chiamava la Polizia tramite il “113”.
Sentita la comunicazione telefonica i quattro tentavano di allontanarsi.
L’intervento delle VOLANTI era rapidissimo e gli agenti li bloccavano a bordo di una Opel Astra SW a pochi metri dall’entrata del cancello divelto.
Venivano perquisiti ed identificati per:
SHEHU Xhevdet, albanese classe 1981, residente a Comiso, sprovvisto di documenti, pregiudicato ;
PALUSHI Alfred, albanese classe 1973, residente a Comiso (RG), regolare sul territorio nazionale, titolare di permesso di soggiorno in corso di validità, incensurato;
MUSSA Lih, senegalese classe 1985, Richiedente Protezione Internazionale, in atto ospite di una comunità, incensurato;
M. B., nato in Guinea- Bissau diciassettenne, richiedente protezione internazionale, ospite di una comunità per minori di Comiso, sprovvisto di documenti, incensurato.
Gli Agenti constatavano che il lucchetto posto a chiusura del cancello risultava rotto e il pilastro di sostegno delle inferriate divelto. Inoltre gli alberi di carrubo erano stati spogliati dal loro frutto. Tutte le carrube erano già state conservate all’interno di sette sacchi, per un quantitativo totale di circa Kg. 400 e per un valore complessivo di circa 200 euro.
All’interno del veicolo i poliziotti rinvenivano pure un coltello da cucina che secondo il racconto delle vittime era stato brandito da un albanese, spalleggiato dal connazionale, verso le due vittime che si erano opposte alla volontà dei quattro di caricare sulla loro auto i sette sacchi di carrube.
I quattro stranieri venivano quindi condotti presso il Commissariato di Polizia dove erano foto-segnalati e dove si accertava che il primo albanese aveva già pregiudizi per il reato di rapina mentre il cittadino della Guinea diversamente da come dichiarato all’inizio, era ancora un minorenne, sbarcato a Lampedusa nel dicembre 2014.
Il dubbio sulla effettiva età del ragazzo è stato risolto solo dopo aver proceduto all’esecuzione degli esami auxologici presso l’ospedale di Vittoria, a seguito dei quali si è accertata un’età della persona di circa 17/18 anni. Per tale motivo è stata informata la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Catania.
Alla luce di quanto sopra, tenuto conto della sussistenza dello stato di flagranza per il reato di rapina impropria e sentiti i sostituti Procuratori della Repubblica dr. Marco ROTA per i maggiorenni e dr.ssa VASSALLO per il minorenne, tutti venivano tratti in arresto perché in concorso tra loro si erano resi responsabili del reato di tentata rapina impropria, poichè dopo aver fatto incetta di carrube asportandole dal fondo agricolo sito in Contrada Piombo – Ragusa per assicurarsi il possesso di quanto sottratto, mediante l’uso di un coltello, minacciavano i legittimi proprietari.
I maggiorenni nel corso della notte sono stati trasportati presso il carcere di Ragusa, il minorenne invece presso il Centro di Prima Accoglienza per i minori di Catania a disposizione delle Autorità Giudiziarie competenti.