Salire sul tetto del duomo di San Matteo e godersi il panorama. L’ebbrezza del rischio

La “barbara” usanza, per alcuni, di godere del panorama dall’alto del tetto della chiesa di San Matteo sita sul colle omonimo che sovrasta la città di Scicli. Come se non bastasse il poter ammirare la vallata dai bastioni e dal terrazzo adiacente il duomo lasciato a se stesso dopo un importante lavoro di restauro che è costato un bel po’ di soldini. L’ebrezza del pericolo vince su tutto: è il caso di dirlo. Un tizio è stato avvistato sul tetto della chiesa e del fatto sono stati informati anche i carabinieri della locale Tenenza.

Un atto di spregiudicatezza alla base del gesto.

Chi lo ha fatto forse non ricorda come qualche anno un giovane è caduto dall’alto procurandosi serie lesioni. Allora fu un’azione che impressionò per le conseguenze sulla vittima dell’incidente. Oggi, nonostante questi accadimenti che dovrebbero fare riflettere e parecchio, si continua nello spregio di salire sul tetto della chiesa di San Matteo e godersi di uno spettacolo mozzafiato guardando verso il vallone su cui è adagiato il centro abitato di Scicli e verso il mare con una sguardo anche, nelle giornate limpide, della dirimpettaia isola di Malta.

Perchè salire sul tetto della chiesa?

Oggi la foto raffigura il soggetto che ha fatto il gesto in pieno giorno. Lo ha fatto in un sito dove non c’è alcun controllo, dove si può agire senza che nessuno riprenda qualsiasi gesto. E forse è il caso che oltre a sperare che questa pratica non diventi una…moda, si possa investire su questa cima del colle creando uno spazio culturale con appositi accessi e strumenti di vigilanza magari attivando in quei luoghi la videosorveglianza. A tutti è noto come questa sommità collinare è stata nel tempo particolarmente frequentata per azioni di goliardia ed altro. Certo non si può continuare così, con il rischio che qualcuno incappa in un incidente procurandosi danni fisici. La foto raffigurante l’uomo sul tetto della chiesa di San Matteo è stata concessa da “I Love Scicli”.

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