SALUTO A SUA SANTITA’ BENEDETTO XVI

Purtroppo non è stata compresa  la sua immensa capacita di guida della Chiesa in questi momenti turbolenti. Non è stato semplicemente ascoltato. Eppure parlava a tutti, si faceva comprendere da tutti, lui, il grande  teologo. Bastava aprire le orecchie.

Ma le sirene dei media e la malafede  di molti, anche di quelli che  nella Chiesa avrebbero dovuto, quantomeno, portare esempi di rettitudine, ma non è stato fatto.

Sto, al momento, leggendo un libro di Moni Ovadia: Madre Dignità. Un libro di riflessioni, ma che chiariscono molto sul termine ‘dignità’. E cita l’articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948) che recita: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.”  e sottolinea che la dignità viene citata prima, perché è lei il grembo stesso in cui i diritti sono fondati e generati.

Cita anche un altro grande pensatore cattolico, che  nel suo scritto intitolato Tre lezioni sulla dignità della vita umana, scrive:

La dignità non è una qualità biologica dell’uomo.  La dignità è il fondamento dell’uomo, spiega l’esistenza  di diritti e doveri , della libertà e della responsabilità. La dignità ha in sé qualcosa, di sacro, di religioso, perché solo “rappresentando” l’Assoluto l’essere umano possiede ciò che chiamiamo dignità.

Benedetto XVI ha saputo davvero incarnare e insegnare tutto questo. Anche adesso con le sue dimissioni.

Mi ha offeso molto Hans Kung, (ma ovviamente non solo lui, ma anche gli altri ‘nemici’ come se ne vedono tanti di questi  tempi) che tra le altre  falsità dice che questo papa ha tanto offeso i musulmani. Proprio quello (Ratzinger)), che ha pensato e programmato  la casa del Gentile (gentile inteso di altra religione). Proprio lui che le sue omelie sapeva dirle chiare che le capiva chiunque avesse ascoltato. Un grande papa. Dove la dignità traspare. Basta guardarlo.

Anche durante la sua ultima udienza pubblica in piazza S. Pietro ha trasmesso affetto. Il suo sorriso di congedo era quella di un nonno affettuoso che congeda i nipoti  un po’ vivaci e li invita ad andare a operare come lui ha raccomandato con un sorriso carico di amore e pareva dicesse: ‘Andate, cari, che io adesso devo riposare’.

Grazie, per averci dato questa ennesima importante insegnamento.

I veri grandi sono persone come lui.