SALVAGUARDIA DELLA LEGGE SU IBLA

Ogni anno è la stessa storia, e sembra che le battaglie intraprese e condivise nelle stagioni precedenti ci piaccia ricordarle solo come esercizi di retorica, e non piuttosto come impegni precisi, presi nei confronti delle comunità che amministriamo, e con il dovere di portarli fino in fondo: non credo di essere l’unico ad avere ben presente che il dibattito a proposito della Legge su Ibla si concluse, appena pochi mesi fa, con un impegno diffuso da parte della deputazione regionale iblea a promuoverne l’estensione dei benefici anche ad altri Comuni.  

Ora che ci si prepara all’esame della nuova Finanziaria regionale di quell’impegno sembra non esserci traccia e ci tocca tornare ad assistere ad un coro allarmato di appelli per il rischio che Ibla perda i finanziamenti della legge 61/81, senza che nessuno si interroghi sulla effettiva possibilità di trasformarli in un investimento i cui benefici ricadano su una larga fetta di territorio siciliano, realizzando obiettivi di interesse generale.  

Senza voler togliere alcun diritto a Ibla, e nemmeno a Ragusa Superiore (dato che in questi giorni qualche deputato regionale ha pensato bene di dire che ora è questa la vera emergenza!), è tuttavia dovere mio, degli altri sindaci del Sud Est e degli altri deputati che rappresentano questo territorio, far presente alla Regione che l’emergenza riguarda tutti i centri storici e in particolar modo quelli che sono stati dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità e dove, proprio per questo, i Comuni hanno un preciso dovere di salvaguardia che non possono onorare con risorse proprie. 

Anche questa volta mi trovo allora a rinnovare il mio appello affinché l’occasione di questo dibattito sia quella giusta per pensare ad una razionale redistribuzione delle risorse, e a chiedere che si  lavori ad una legge equa, davvero utile a salvare i nostri centri storici dal degrado, a dare opportunità di rilancio turistico a tutta la Sicilia, ma anche a creare occasioni di investimento e di lavoro.  

È un appello che chiedo agli altri sindaci di condividere – e sono disposto a farlo anche insieme al sindaco di Ragusa, perché sono convinto che anche Ibla debba continuare a beneficiare di questa opportunità – affinché insieme possiamo rivendicare quell’aiuto che ci è indispensabile per far fronte al compito che ci viene imposto, prima ancora che dall’Unesco, dal dovere di prenderci cura delle nostre Città. 

Ma è un appello che rinnovo principalmente ai deputati regionali, a cominciare da quelli del mio partito, affinché si facciano carico di questa nostra esigenza e riprendano concretamente il ddl già proposto per l’estensione dei benefici della legge su Ibla a tutti i siti tutelati dall’Unesco.