La piaga degli incendi boschivi in estate, nella quasi totalità di origine dolosa, ha negli anni distrutto buona parte del patrimonio naturale ibleo. Si è partiti lo scorso 15 giugno, su disposizione dell’Ispettorato Forestale, per organizzare per tempo tutte quelle attività necessarie a ridurre i rischi dei roghi, dolosi e non. Gli operatori forestali hanno cominciato difatti a lavorare poco meno di un mese fa per predisporre i viali parafuoco dalla fascia costiera fino alle aree più internate e impervie. Al momento al lavoro sono stati chiamati tutti gli operai che lavorano 151 giorni l’anno, i cosiddetti “centocinquantunisti” ma anche gli operai con in agenda 101 giornate lavorative e quelle che hanno 78 giorni assegnati nell’arco dell’anno.
Una delle aree più vaste fra quelle vigilate in provincia è quella che impegna la Torretta di Mangiagesso nello Sciclitano. E’ qui che insiste un consistente fetta di patrimonio boschivo. Dalla collina Monserrato nel Modicano a tutta la valle della Fiumara, dalla zona di Marina di Ragusa a tutta la l’area del Pizzillo nel Ragusano, a quella di Buglia ed a quella di Cuturi e Palazzola nello Sciclitano. Con le attività di vigilanza e di pulizia si cerca di evitare quanto accaduto quel drammatico giorno dell’11 agosto 2021 quando le fiamme hanno divorato oltre 1.800 ettari di vegetazione tra Chiaramonte, Monterosso Almo ed il parco di Calaforno. Danni immensi a persone, animali e vegetazione in un evento che ha lasciato un segno indelebile nella comunità iblea, in particolare quella montana fortemente scossa per i danni subiti e per il mancato risanamento dell’area colpita dal vasto incendio.