SALVATORE MINARDO, VATE NEL VIAGGIO NEL TEMPO DELLA” MODICA ANTICA”

Studioso di archeologia, nacque a Modica il 17 gennaio 1878 e vi morì il 17 febbraio 1914. Conseguito il diploma di maturità nel locale Liceo classico “Tommaso Campailla”, si laureò agli inizi del novecento in lettere classiche e si dedicò oltre che all’insegnamento anche agli studi di paletnologia e di archeologia, come alla letteratura. Si interessò, con grande zelo, di ricerche archeologiche collaborando attivamente con  l’archeologo Paolo Orsi all’esplorazione del territorio trogloditico di Modica e dei suoi dintorni, compresa Cava d’Ispica.

Tra le sue opere si annoverano la monografia di “Cava d’Ispica, studi storici ed archeologici”, 1905 ed il Carme “De Vitiis huius aetatis” 152 versi latini in esametri dattilici , carme che lo rivela provetto latinista.

La monografia di “Modica antica” del Minardo rappresenta nell’ambito della storia degli studi su Modica, un felice momento della storiografia locale.

L’autore oltre alla raccolta oculata di notizie storiche e alla preziosa registrazione di rinvenimenti archeologici entro il tessuto urbano non disdegna il collegamento con la grande cultura scientifica.

Le sue puntuali descrizioni topografiche, analitiche , basate sull’esperienza diretta dei luoghi e degli oggetti ne fanno una fonte primaria ed attendibile, importante soprattutto  per la ricostruzione di contesti archeologici che oggi sono andati quasi totalmente perduti

L’archeologa Anna Maria Sammito, funzionaria alla Soprintendenza ai Beni Culturali di Ragusa ed in atto utilizzata al Servizio Parco Archeologico di Cava Ispica e delle aree archeologiche di Modica, Ispica e dei comuni limitrofi, trattando il tema “La città di Modica dall’antichità ai nostri giorni” ha presentato il libro di  Minardo (1878-1914), “Modica Antica, ricerche Topografiche, Archeologiche e Storiche” soffermandosi in modo particolare sui rinvenimenti  preistorici dell’autore  nei dintorni di Modica ed in particolare sulla parte alta della città, tutti rigorosamente segnalati nei suoi scritti.

La partecipazione ed il coinvolgimento dei presenti in questo “viaggio nel tempo”, ha raggiunto il culmine quando la Sammito, dopo un excursus su i più significativi rinvenimenti nell’area antica di Modica, ha mostrato la foto del ritrovo, durante i lavori di rettifica dell’alveo del torrente che attraversava la città, di un piede equino in bronzo più grande del vero appartenente presumibilmente ad una statua di età ellenistica. Il piede presenta ritocchi a bulino  sul bronzo modellato su un’anima di ferro, con resti di una colata di piombo alla base. Secondo Paolo Orsi il piede è da ritenere appartenente ad una statua equestre, forse frutto di un saccheggio operato in epoca imprecisata in una città greca della costa.

Presente alla presentazione dell’opera del Minardo il pronipote , Giorgio Minardo che nel 1998 ha curato in collaborazione con l’associazione culturale  “Dialogo” di Modica la nuova edizione del volume, rivista e corretta dal compianto prof. G. Raniolo, dopo che si erano esaurite sia la prima del 1952 che la successiva del 1982.

L’opera “Modica antica” di Salvatore Minardo fu pubblicata postuma (1952) per la morte prematura dell’autore avvenuta nel 1914, ma anche per impedimenti politici da parte del regime fascista.

Nella premessa Minardo rivela la commovente predilezione per la città natia, di cui egli desidera soprattutto celebrarne le antiche origini, poiché, come affermò “la storia civile ed economica di un popolo si fonda prima di tutto sulla questione delle origini”, conosciute le quali “si può facilmente seguire l’evoluzione e l’elaborazione della sua civiltà”.

Il programma di Minardo che lo stesso con esemplare modestia  disse che non sarebbe stato “un quadro completo e perfetto” in tutte le sue parti” è stato degnamente continuato da studiosi quali Giovanni Modica Scala, Giovanni Di Stefano e la stessa Anna Maria Sammito, relatore della serata, che con felici risultati sono pervenuti ad ulteriori ritrovamenti trogloditici, con scoperte di sepolcri e cimiteri attorno alla città di Modica.

Sottolineature in musica, infine, grazie  agli interventi alla chitarra di Enzo Alfano .Lo stesso con la maestria che gli è solita ha coinvolto entusiasticamente i presenti con brani musicali tratti dal suo vasto repertorio personale.

E a conclusione della serata la consueta nota di carattere enogastronomico riconducibile ai tradizionali prodotti tipici locali, curata dal pastificio artigianale modicano di Giorgio Minardo.

Ha coordinato i lavori Mario Incatasciato, presidente di IngegniCultura, che ha illustrato ai presenti i prossimi appuntamenti della rassegna che come nei programmi degli organizzatori proseguirà fino a dicembre, esaltando luoghi e personaggi “simbolo” della Modica Antica.

Fra i massimi auspici degli organi direttivi dell’ente associativo, quello che l’edizione 2013 della rassegna culturale “Sulle tracce della Modica Antica”, possa essere ricordata come la consacrazione definitiva di Modica Alta, Città Vecchia, nel panorama culturale e turistico nazionale e internazionale.