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Sampieri e lo scalo che non c’è: tra promesse, sospensioni e voglia di restare com’era
17 Apr 2025 16:11
Avvio, esecuzione e conclusione dei lavori. Di questo si parla ma nel concreto non arriva nulla. Pare proprio che Sampieri non voglia un approdo né più grande e né più funzionale di quello di cui attualmente è dotata. Solo perchè si perderebbe la tranquillità di una delle borgate più fascinose e tranquille del litorale ibleo, sciclitano in particolare. E così si parla di lavori, di lavori eseguiti, ma anche di mancato avvio delle opere di attracco sicuro, quelle che necessitano in maniera particolare per chiudere il cerchio. C’è da pensare, quindi, che la dilazione negli anni sia legata al fatto che a Sampieri, popolazione e villeggianti, sta bene la soluzione di uno scali di alaggio di modeste dimensioni e di altrettanti modesti servizi. I pochi pescatori che lo praticano “tirano” ancora manualmente le barche con una “guida” di scivolo realizzata in legno come un tempo si usava. Se dovesse arrivare un approdo nuovo e funzionale aumenterebbe il flusso diportistico ma anche quello della pesca amatoriale con un ampliamento dei fruitori della piccola infrastruttura e con un’affollamento del quartiere del centro storico della borgata sciclitana.
Difficoltà inaudite per mettere in salvo le imbarcazioni.
E dire che il “Flag/Gac dei due mari” prevedeva la sistemazione dello scalo di alaggio per natanti da pesca a Sampieri con una previsione di spesa 139 mila euro circa. Ma tali lavori, pur iniziati, non solo sono stati sospesi ma non accennano ad essere ripresi: ad oggi manca il collaudo e manca pure l’installazione di banchi da pesca e verricelli come previsto nel progetto iniziale. A tenere nel cuore il futuro dell’approdo di Sampieri è Marco Lopes, consigliere comunale della lista civica “Vindigni sindaco” ma le mancate risposte alle sue attese di completamento la dicono lunga sul finale dell’opera. Ed allora il dubbio della tela di Penelope ci sta tutto: i lavori di sistemazione vengono subito compromessi da mareggiate improvvise e da dissesti costieri. Per lasciare tutto come è stato e come è ora: per vivere in una borgata a misura d’uomo che si popola solo nelle notti estive.
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