Non si è ancora spenta l’eco della partecipata cerimonia di discesa del simulacro dall’altare maggiore, domenica scorsa, che già ci si prepara per il tradizionale appuntamento della “Sciuta”. Lunedì prossimo, 24 agosto, a mezzogiorno in punto, l’uscita di San Bartolomeo si annuncia come uno degli eventi religiosi e folkloristici di maggiore attrazione di questo lembo della Sicilia sud-orientale. A Giarratana continua ad essere festa grande in onore al Patrono principale. Intanto, domani, alle 19, nella chiesa di San Bartolomeo, ci sarà la tradizionale riunione con i portatori a cui parteciperà anche il parroco, don Riccardo Bocchieri. Un modo per riflettere anche sul significato che bisogna dare ai festeggiamenti di questa edizione 2015. Tra le iniziative ricreative, inoltre, da segnalare il grande successo ottenuto, sempre domenica scorsa, in piazza San Bartolomeo, dal concerto degli International U2 Tribute Show “Achtung Babies”. Un evidente omaggio alle canzoni di uno dei gruppi che hanno fatto la storia della musica nel mondo. Il comitato dei festeggiamenti ha rilevato, con soddisfazione, come l’appuntamento sia stato seguito da numerosi appassionati delle sette note e anche da coloro che, con una certa curiosità, si sono sistemati accanto al palco per valutare quale il tipo di proposta musicale da parte dei protagonisti dell’evento. E gli stessi non sono rimasti delusi. Ma perché la festa di San Bartolomeo fa così presa sui fedeli e sui devoti del centro montano ibleo? Già nell’antica Giarratana esisteva una chiesa dedicata all’apostolo. Nelle Collettorie vaticane delle decime per gli anni 1308-1310 viene menzionata la chiesa di San Bartolomeo che con San Nicolò e San Michele pagava la decima alla Santa Sede. Doveva trattarsi quasi sicuramente della chiesa di cui lo storico locale Dell’Agli parla quando afferma che “le reliquie di San Bartolomeo apostolo e patrono primario “ab antico” erano custodite nella chiesa madre”, perché la chiesa del santo in questione essendo fuori le mura e non bene assicurata era esposta a ladrocini e cioè fino al 1666, anno in cui fu dato termine alla novella chiesa di san Bartolomeo. Nel 1670, quando era parroco don Francesco Calagiore da Palazzolo, la chiesa in questione fu elevata a fililale parrocchiale sacramentale e coadiutrice della Chiesa madre del vescovo di Siracusa mons. Giovanni Capobianco. Oggi di tale edificio rimangono nell’antico sito le mura perimetrali. Dopo il terremoto dell’11 gennaio 1693 che colpì tutto il Val di Noto, Giarratana fu edificata più a sud, nel cosiddetto “Pojo ddi li Disi” e la nuova chiesa, la terza in ordine di tempo, di San Bartolomeo fu costruita nella parte inferiore del paese, orientata da nord verso sud. A questa chiesa, furono concessi gli stessi privilegi della vecchia.