La sistemazione del simulacro del santo cavaliere nella nicchia in cui viene custodito tutto l’anno è stato l’atto finale, sabato sera, dei solenni festeggiamenti edizione 2014 in onore di San Giorgio, glorioso patrono di Ragusa. L’attivazione degli speciali argani in legno, rito che si ripete uguale a se stesso da decenni e che risale al XIX secolo, ha consentito di ricollocare nelle nicchie a loro dedicate il simulacro di San Giorgio e l’Arca santa contenente le reliquie di numerosi santi e beati. E’ stato possibile registrare una consistente partecipazione di fedeli, tema caratterizzante di tutta questa edizione dei festeggiamenti di San Giorgio da quando, la scorsa domenica di Pasqua, il simulacro è stato traslato nel transetto del Duomo di Ibla. I componenti dell’associazione “San Giorgio martire” si sono adoperati per fare in modo che il percorso di ricollocazione nella nicchia potesse compiersi come da manuale e nonostante qualche piccolo problema di carattere tecnico, come può sempre accadere, in questo caso la rottura di una corda, tutto è riuscito per il meglio. E a proposito di partecipazione di fedeli, vale la pena di segnalare la marea di devoti che si è riversata ieri pomeriggio ai Giardini iblei per prendere parte alla tradizionale cerimonia del Corpus domini presieduta dal parroco del Duomo, don Pietro Floridia, e che ha visto la presenza degli altri sacerdoti di Ibla, don Gino Scrofani e don Joseph Muamba Bulobo, congolese. “Negli ultimi anni – affermano i componenti dell’associazione “San Giorgio martire” – non si era mai registrata, per il Corpus domini, una partecipazione così imponente. E possiamo dire che lo stesso è accaduto per i solenni festeggiamenti del patrono. Una presenza così eccezionale di persone al Corpus domini mette in rilievo come i riti religiosi che si tengono a Ibla stiano catturando sempre di più l’attenzione dei fedeli per lo spirito di condivisione che riescono ad esprimere. E’ ovvio che l’auspicio è di potere proseguire sempre in questa direzione. Il risveglio di Ibla, dal punto di vista della presenza dei fedeli ai riti religiosi, ci conforta parecchio e ci sprona ad andare avanti con immutato fervore”.