Sanità: anziana dolorante in attesa per ore al pronto soccorso. Su sedie di plastica

Ore di attesa al pronto soccorso di Ragusa. Non è purtroppo una novità ed in verità è mal comune a tanti ospedali in Italia a causa della carenza di personale. Ma la lettera che ci è stata inviata in redazione da parte di un nostro lettore va presa come la manifestazione di un disagio e come pungolo per un, speriamo, miglioramento della sanità iblea, forti del fatto che i vertici dell’Asp si stanno mostrando sensibili rispetto ai problemi. Sappiamo che non c’è la bacchetta magica ma occorre migliorare necessariamente. Questo il racconto del nostro lettore che si riferisce all’assistenza molto lenta, fornita alla madre anziana al pronto soccorso. E come dicevamo, purtroppo non è l’unico caso ma piuttosto spesso ci arrivano lamentele in tal senso. Sappiamo bene che il personale in servizio, numericamente basso, si spende al massimo, ma la qualità dell’assistenza di un pronto soccorso va assolutamente migliorata.

La lettera

“I diritti dei cittadini non esistono più… Nel pomeriggio del 9 ottobre, mia madre anziana di 72 anni, su consiglio del medico curante, a causa di un gonfiore sproporzionato all’addome e un forte dolore viene portata al Pronto Soccorso dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, la stessa viene registrata al Triage, dopo un controllo di routine, alle ore 17 circa. Veniva successivamente sistemata (per modo di dire),su una sedia di plastica in attesa del suo turno al Pronto Soccorso che arriva intorno alla mezzanotte, quando viene sottoposta ad esami del sangue il cui esito arriva celermente alle ore 4.00 circa. Il medico di turno riferisce successivamente che gli esami erano nella norma e decide, dopo 11 ore circa, di dolori all’addome per la mia povera madre, di somministrare una flebo con antidolorifico. Da là in avanti è solo attesa, sempre su una sedia di plastica fino alle ore 8 del giorno successivo quando viene dimessa senza una diagnosi, ancora con l’addome gonfio, il dolore persistente, nell’occorso veniva invitata a fare una gastroscopia esternamente, a quel punto viene chiesto al medico come mai non era stata eseguita un’ecografia, la risposta è stata che i parametri erano nella norma e che la paziente poteva farla esternamente. In conclusione dopo 15 ore di attesa la paziente lascia il Pronto Soccorso con lo stesso dolore e gonfiore all’addome e cosa ancora più grave senza una diagnosi, quindi ovviamente, ci chiediamo a cosa sia servita la permanenza al Pronto Soccorso e a cosa serve la Sanità Pubblica in questo paese. Successivamente e precisamente nel primo pomeriggio del 10 ottobre, con il dolore ancora persistente chiediamo una visita al domicilio del medico curante che, immediatamente prescrive un eco all’addome completo urgente invitandola a portarsi nuovamente al Pronto Soccorso dell’Ospedale o magari direttamente al reparto. A quel punto al Triage del Pronto Soccorso la registravano nuovamente e come il giorno precedente le facevano iniziare nuovamente il calvario dell’attesa. Non essendo in grado di trascorrere un’altra notte su una sedia la mia povera madre chiedeva di andare a dormire a casa propria. Il giorno successivo 11 Ottobre, nel primo pomeriggio, mia madre si portava presso un centro privato dove veniva eseguito il tanto atteso eco all’addome. Fortunatamente da quest’ultimo esame non si rilevava nulla di grave e veniva richiesta una successiva gastroscopia. Forse questa volta è andata bene, ma da cittadino italiano mi chiedo se tutto ciò sia normale; avere un pronto soccorso di una Struttura mastodontica per un’utenza di 65.000 persone, ed oltre, con un solo medico al Pronto Soccorso, senza barelle e senza posti letto di degenza è pura follia. Nessuno vuole intervenire su una problematica che riguarda la salute dei cittadini che dovrebbe essere garantita dall’Art.32 della Costituzione. Per finire, una struttura costruita da pochi anni, presenta un accesso quanto mai inconsueto e pericoloso perché dal parcheggio, distante 250 metri circa, non esiste un impianto di pubblica illuminazione e i familiari dei degenti nelle ore serali sono costretti a camminare al buio. Fate qualcosa per salvare i diritti dei cittadini e soprattutto delle persone in difficoltà per la salute o per l’avanzata età”.

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