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Sanità pubblica: la Cgil Sicilia manifesta a Modica per un cambio di rotta
17 Nov 2024 13:05
“Nessun intervento concreto dal governo regionale per rilanciare la sanità pubblica in Sicilia”. Con questa denuncia, ieri a Modica si è svolta la quarta manifestazione della campagna “Cambiamo il futuro della Sicilia”, promossa dalla Cgil regionale per sollecitare un cambio di passo nei settori più critici dell’isola, con un focus particolare sul sistema sanitario.
A cinque mesi dalla nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie regionali, il sindacato lamenta una totale assenza di interventi per affrontare le problematiche strutturali della sanità pubblica. “Per 18 mesi ci è stato detto che mancava la governance – ha dichiarato Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia – e ora che c’è, nulla è cambiato: nessuna riprogrammazione della rete ospedaliera, nessun abbattimento delle liste d’attesa, e nessun piano straordinario di assunzioni per colmare i vuoti di organico”.
Le richieste della Cgil
La Cgil Sicilia chiede un nuovo piano sanitario che preveda:
- Riorganizzazione della rete ospedaliera, con particolare attenzione alla medicina del territorio e all’integrazione socio-sanitaria;
- Potenziamento della rete di emergenza-urgenza, dei consultori e dei dipartimenti di salute mentale;
- Incremento dei punti nascita, della riqualificazione delle RSA e delle lungodegenze;
- Assunzioni stabili per fronteggiare la carenza di personale sanitario, evitando che medici e infermieri migrino verso il privato.
Francesco Lucchesi, segretario confederale della Cgil Sicilia, ha evidenziato l’immobilismo nell’attuazione delle misure previste dal PNRR. “Delle 156 Case di Comunità pianificate ne sono state realizzate solo tre, mentre nessuno dei 43 ospedali di comunità ha visto la luce”, ha dichiarato, aggiungendo che l’assenza di migliaia di operatori necessari a far funzionare queste strutture aggrava ulteriormente la situazione.
Un sistema sotto pressione
L’inefficienza del sistema sanitario pubblico spinge molti siciliani a rinunciare alle cure o a rivolgersi a strutture private, alimentando la mobilità sanitaria verso altre regioni. Ogni anno circa 800.000 siciliani non riescono a permettersi cure adeguate, mentre la mobilità sanitaria genera un debito regionale di oltre 289 milioni di euro.
“La sanità pubblica è l’unica garanzia per il diritto alla salute di tutti. Spingerla verso il privato significa tradire questo principio fondamentale”, ha sottolineato Mannino, invitando il governo regionale a un cambio di direzione.
La mobilitazione di lavoratori e istituzioni
Alla manifestazione hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, lavoratrici e lavoratori del settore sanitario, e i segretari generali dello Spi e della Funzione Pubblica Cgil, Maria Concetta Balistreri e Gaetano Agliozzo. Nel corso dell’evento, sono state sottolineate le difficoltà legate all’invecchiamento della popolazione e all’aumento delle patologie croniche, che richiedono una rete di servizi sanitari più capillare e accessibile.
“È necessario rilanciare e valorizzare i servizi territoriali, i consultori, le centrali operative e l’assistenza domiciliare”, ha concluso il sindacato, ribadendo la necessità di interventi concreti per un sistema sanitario che risponda alle reali esigenze dei cittadini.
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