Sciopero dei camionisti: da Catania a Gela non si muove nessuno

E’ iniziata stamani, anzi addirittura già ieri sera, la protesta degli autotrasportatori contro il caro benzina che sta coinvolgendo principalmente la Sicilia orientale. E’ partita da Catania, ma le conseguenze si avvertano a Ragusa, Palermo e Messina. Una situazione che ricorda moltissimo il blocco del 2012 dei Forconi, quando poi vennero a mancare alcuni prodotti nei supermercati siciliani.

Gli autotrasportatori siciliani che aderiscono all’Aias, ma anche molti autonomi, non vogliono più aspettare e davanti alle mancate risposte e ai rinvii del governo nazionale sulla questione «caro carburante» hanno deciso di scendere in piazza. O meglio: di fermarsi lungo le grandi vie di comunicazioni.

Non un blocco del traffico, ma un presidio formato da centinaia e centinaia di mezzi, dai più piccoli fino ai TIR che fanno regolarmente rotta verso il Nord Italia e a volte anche oltre.


Catania rappresenta, da sempre, lo zoccolo duro dell’AIAS che ha deciso di concentrare i propri iscritti al casello di San Gregorio dell’Autostrada Messina-Catania; al porto, altro punto nevralgico per il traffico merci, e infine alla Zona industriale, nella grande rotatoria, vicino all’IKEA, punto nevralgico per raggiungere i vari blocchi produttivi a sud della città.

Sul posto sono presenti le forze dell’ordine. I lavoratori che aderiscono alla protesta dell’Aias contestano “l’aumento del gasolio e dell’Ad-blu, del costo dei pneumatici e dell’energia” e protestano contro “le strade impraticabili, la patente a punti presente soltanto in Italia, il prezzo dei pedaggi autostradali e la carenza degli autisti”. Problemi che, se non affrontati e risolti, secondo i promotori del presidio, che si dicono “stanchi”, li porterà a “rischiare il fallimento”.

Foto: Gazzetta del sud

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