Le infinite e travagliate vicende dell’Università di Ragusa, tutt’ora invischiate in una crisi dai contorni indecifrabili, che appare irrisolvibile se non sarà possibile liberarla dalle zone d’ombra che tutt’ora avvolgono il suo tortuoso e contraddittorio percorso, mi hanno indotto a sottolineare con forza, nella seduta del Consiglio comunale di ieri sera,la gravissima situazione venutasi a determinare e di chiedere l’audizione pubblica del Rettore dell’Università di Catania e del Consorzio Universitario, in occasione dell’inaugurazione di Palazzo Castillet prevista per giorno 7 giugno e che dovrebbe avere fra gli ospiti proprio il Rettore Recca. Sono lieta di registrare l’adesione all’iniziativa di tutti i capi gruppo consiliari e del presidente del consiglio che, accettando la mia proposta, si attiverà a rivolgere l’invito al Rettore ed al CdA del Consorzio. Ritengo assolutamente necessario un momento di chiarezza che stabilisca una volta per tutte il percorso che vogliamo fare noi e quello che legittimamente si può consentire al Rettore dell’Università di Catania che, per quanto politicamente potente e memore delle risorse finanziarie per oltre un decennio impunemente drenate dal nostro territorio (le tasse dei nostri studenti ed i contributi che lo Stato ha erogato all’Ateneo Catanese in funzione anche degli studenti di Ragusa; parliamo di milioni di euro che ci appartengono e che sono sempre stati “trattenuti” dall’Università di Catania), non può avere poteri di vita e di morte sui nostri corsi di laurea, soprattutto in vista dell’Università Statale che dovrebbe finalmente liberarci da ogni pressione egemonica. Infine, ritengo gravissimo che a fronte del “pasticcio” della girandola di convenzioni che i Consigli Comunali e Provinciale, hanno dovuto approvare con senso di responsabilità, in fretta e solo per “fede”, ci si rappresenta una realtà che nei fatti vede la sconfitta del volere Ragusano a fronte delle pretese Catanesi, visto che la seconda convenzione, modificata dall’assemblea dei soci del Consorzio (quella che fissava E.1.840.000,00 per corso di laurea e il 90% delle tasse a Ragusa) è rimasta lettera morta rispetto all’unica convenzione che il rettore avesse mai considerato (cioè quella che determinava E.3.000.000,00 per ogni corso di laurea e senza ritorno di tasse universitarie per Ragusa). A tutto ciò, e all’interno di un quadro in cui non si capisce più quali corsi di laurea si attiveranno, quali andranno a regime e quali si siano cancellati (per quanto ci risulta Giurisprudenza e Agraria sono stati cancellati nella seduta del senato Accademico del 24.04,2010), ci inquieta l’intervento del Governatore Lombardo che tende a tutelare la facoltà di lingue catanese e che propone la “convivenza” dei corsi di lingue sia a Catania che a Ragusa: mi chiedo, il risultato finale, per i ragusani, sarà una facoltà di lingue a metà? Ancora più inquietante risultano le ultime dichiarazioni del vice Presidente del Consorzio il quale dichiara che “potremmo arrivare ad una sorta di protocollo di intesa con il Rettore su quello che vogliamo fare”: ma come, il piano formativo scade il 15 giugno e noi, dopo quasi due anni di trattative, Stati Generali, approvazione urgente di Statuto, analisi di due convenzioni e approvazione di una convenzione, dobbiamo ancora stabilire, al 2 giugno, cosa vogliamo fare? Prendiamo atto che oramai, una volta conclamata la nostra debolezza sul piano della trattativa, la sorte della nostra Università dipende in tutto e per tutto dalla “volontà” del Rettore Recca (anche i dipendenti del consorzio, disperati per il loro posto di lavoro si rivolgono a lui) e desideriamo legittimamente che si faccia chiarezza fra Consorzio universitario, Soci del consorzio ed il Rettore sulle sorti della nostra università, immediata e futura, e che la si faccia tramite un confronto pubblico e Istituzionale. (Sonia Migliore)