Scoperti dai Carabinieri gli autori (italiani) dell’aggressione da Arancia Meccanica nelle campagne di Ispica a danni di rumeni

I Carabinieri della Stazione di Ispica hanno assicurato alla giustizia quattro soggetti italiani per i reati di rapina aggravata in concorso, lesioni aggravate da uso di armi e violazione di domicilio. Sarebbero i responsabili del gravissimo episodio in stile Arancia Meccanica che si era verificato a metà del mese di febbraio 2019 nella campagna di Ispica. 

Alcuni cittadini rumeni, in quell’occasione, erano stati malmenati pesantemente e gli erano stati sottratti il cellulare ed una vettura. Gli autori del folle gesto provenivano dalla vicina Rosolini. In sostanza, i cittadini italiani incolpavano i rumeni di essere gli autori di alcuni furti verificatisi nelle campagne della città di Rosolini, e per vendicare il presunto episodio delittuoso si erano recati nelle abitazioni di Contrada Pantano Secco, e dopo essersi introdotti nel privato domicilio avevano selvaggiamente aggredito con mazze di legno i due giovani presenti all’interno, cagionando loro gravi lesioni al volto ed agli arti, che condussero i due al ricovero presso il Maggiore di Modica, tanto da arrecare le lesioni giudicate guaribili in giorni 25.

Altri due cittadini rumeni, un uomo ed una donna si allontanarono fuggendo nei campi circostanti. I quattro aggressori dopo aver gravemente malmenato i rumeni, si sono impossessati di un cellulare per evitare che potessero contattare soccorsi. Allontanandosi, avevano anche danneggiato le vetture ivi presenti, e si erano dati alla fuga con uno dei veicoli degli aggrediti. I Carabinieri di Ispica immediatamente intervenuti sul posto, hanno condotto certosina indagine con metodi tradizionali che ha condotto a identificare e deferire alla Procura di Ragusa i 4 soggetti, tutti di Rosolini e Noto di, padre e figlio di 58 e 32 anni, e altri due complici di 36 e 64 anni. A conclusione delle indagini preliminari sono stati notificati gli avvisi di conclusione indagine, emessi dal Pubblico Ministero, dottor Rota. La gravità dell’episodio sottolinea la volontà dei soggetti di farsi giustizia sommaria da soli e di non avere alcun timore e rispetto per l’incolumità altrui.