Il caso diplomifici scoppiato a livello nazionale non tocca la provincia di Ragusa dove operano quattordici istituti secondari paritari con sedi a Modica, Ragusa, Comiso e Vittoria. Indagini centrali circoscritte in tutta Italia da parte del Ministero dell’Istruzione con ispettori che hanno eseguito le dovute verifiche nei vari istituti scolastici paritari. Su novantadue di essi, in tutta Italia, si concentrerebbero le attenzioni. Gran parte dei casi si muoverebbe su nove province italiane: Roma, Frosinone, Palermo, Agrigento e nelle cinque della regione Campania e cioè Salerno, Avellino, Caserta, Napoli e Benevento. Coinvolta anche la Sicilia, con quattro scuole secondarie paritarie, che segue nei dati le Regioni di Campania e Lazio. Toccando la territorialità di questa provincia nessun istituto sarebbe coinvolto.
Da un’inchiesta di Tuttoscuola sarebbe arrivata la segnalazione di circa diecimila casi di diplomi di maturità sospetti rilasciati durante l’ultima sessione degli esami di Stato. Punto di partenza l’aumento degli iscritti negli ultimi anni dopo un periodo di stasi che non aveva fatto registrare iscrizioni di rilievo in fatto di numeri. E soprattutto le iscrizioni agli ultimi anni dei corsi di studio che alla quinta superiore farebbero registrare un’impennata a più zeri. Da qui la “stretta” ministeriale con particolare attenzione a quegli istituti paritari dove si concentra il maggior numero di iscritti negli ultimi anni del corso di studi. La macchina ministeriale ha già avviato accertamenti nelle scuole sospette: si cerca di capire se in questi istituti siano state rispettate e si continuano a rispettare le leggi ed i requisiti di parità. Per tutte le scuole paritarie, intanto, arrivano nuove regole per i contributi erogati dallo Stato accompagnate da procedure digitalizzate riservate a tutti gli istituti che detengono la parità.