Il 24 settembre scorso sono state assegnate le concessioni di tre edicole nel cimitero Monumentale di Milano. Chi intende essere sepolto in un luogo dove si va in visita guidata e che nel Famedio accoglie i resti di milanesi famosi, da Alessandro Manzoni a Carla Fracci, il conto non è per tutte le tasche. Per aggiudicarsi la concessione delle edicole, realizzate su progetti di illustri architetti del passato, si è svolta un’asta che partiva da una base complessiva di circa 1 milione di euro. Sette le offerte provenienti da sei soggetti privati. Alla fine, l’edicola Annoni è stata aggiudicata per quasi 2 milioni e mezzo di euro, l’edicola Frova per 507mila e l’edicola Zappelli per 757mila euro. Totale dell’incasso del Comune: quasi 3 milioni e 800mila euro.
I nuovi concessionari hanno così ricevuto il diritto di mettere a riposo, quando sarà, le loro salme e quelle dei familiari. Non in eterno, però: tra 99 anni le edicole saranno di nuovo messe all’asta. O almeno, dovrebbero: purtroppo non potremo scriverne.
Nel cimitero Certosa di Bologna non è raro incontrare Veronica Zinnia, una giovane che pulisce le lapidi delle tombe malmesse, evidente segnale che ormai nessuno se ne cura più. “Nessuno va dimenticato”, dice. Per togliere polvere e foglie secche, la donna si reca più volte a settimana al cimitero, indossa i guanti, utilizza acqua distillata e panno in microfibra, poi spazza con la scopa tra le tombe più antiche. “Credo che esistiamo finché qualcuno ci ricorda ed è questa quarta dimensione che voglio rendere possibile.”
Da oltre 10 anni, il complesso delle edicole funerarie costruite dalla cooperativa Di Vittorio nella zona antica del cimitero di Modica è chiuso per inagibilità e pericolo di crollo. I familiari dei defunti sostengono che l’amministrazione comunale avrebbe potuto mettere in sicurezza già da tempo le tombe con una spesa di circa 200mila euro, rivalendosi poi sugli eredi dei proprietari dei circa 4mila loculi.
Nel corso degli ultimi anni, il cimitero è stato privatizzato nella sua nuova parte.
Circa un anno fa, dovendo concedere suolo per la costruzione di tre nuovi lotti cimiteriali nella parte retrostante l’edicola pericolante, il Comune di Modica aveva preso accordi con l’impresa che gestisce il camposanto per i lavori necessari a recuperare e mettere in sicurezza l’edicola Di Vittorio. Una semplice permuta: l’area in cambio dei lavori. E’ seguito il silenzio, lo stesso che si percepisce nel luogo sacro.
Anche quest’anno, i familiari dei tumulati nell’edicola della coop Di Vittorio hanno potuto lasciare solo sguardi alle tombe dei loro cari, ma nemmeno un fiore. Succede dal 2014. “Tutti i Santi sono testimoni del degrado morale di chi ha amministrato questa città, non controllando l’operato dei costruttori e degli amministratore delle edicole funerarie”, ha scritto ieri Piergiorgio Barone, portavoce delle famiglie.
Ognuna di queste storie racconta alcuni dei significati che i vivi hanno sui defunti. All’ingresso di alcuni cimiteri è incisa una frase, forse lugubre quanto vera: “Fummo come voi, sarete come noi”. Qualcuno, strada facendo, lo dimentica.