Solo qualche giorno fa il Governatore di Bankitalia dichiarava che la corruzione nel nostro paese mina alla radice la convivenza civile, riduce l’efficacia dell’azione pubblica ed è nemica d’una crescita stabile; in altre parole, Ignazio Visco suggeriva di mettere mano al grave e dilagante fenomeno della corruzione o la ripresa del nostro paese rimane utopia. Ed oggi, viene fuori un’inchiesta che riguarda 97 indagati tra nuovi e vecchi assessori regionali siciliani accusati di peculato.
Praticamente, questi poveretti, non riuscendo a campare con il loro stipendio, notoriamente di fame, col denaro pubblico avrebbero pagato le loro utenze personali e persino saldato il conto dal macellaio, dal salumiere e in pasticceria.
Naturalmente, chi è stato già ascoltato dai Giudici, cade come sempre dalle nuvole e si dice fiducioso nella Giustizia che saprà fare chiarezza.
Credo che in Italia sia davvero tempo di finirla con questi signori che oltre a massacrare con la loro incompetenza l’economia del paese, continuano a distruggerla con le loro ruberie e con una sfrontatezza intollerabile.
Penso altresì che siano divenute inadeguate le leggi che dovrebbero punire il reato di corruzione e che si renda urgente il varo di nuove norme che, oltre al carcere che pochi ormai scontano, prevedano la confisca dei beni di questi truffaldini e l’espulsione immediata dai posti che occupano sin dall’inizio dell’indagine per divenire perpetua alla fine del terzo grado di giudizio .
Verrò certamente bollato anti-garantista da qualcuno e non me ne può fregar di meno,ma non credo sia possibile andare avanti tra tante ruberie, molte delle quali, tra cavilli legali, rinvii che spesso portano alla prescrizione del reato, rimangono di fatto impunite, alla faccia della comunità che continuerà a pagare gli abusi di potere e le ruberie di questi delinquenti.
Considerato che nessun partito può dichiararsi immune da tale fenomeno delinquenziale,
sarebbe un buon segnale che qualche segretario di partito cominciasse a dare prova d’una volontà di cambiamento mediante l’allontanamento del soggetto coinvolto in fatti di corruzione, ancorchè in assenza di giudizio processuale, convinto come sono che i Giudici non aprono un’indagine se non sostenuta da indizi e riscontri che conducono ad una certa colpevolezza dell’indagato.
In ogni caso, spero che chi conta di riportare l’Italia ad un paese normale, avverta l’esigenza morale di adeguare le misure sui casi di corruzione.